Viva la Pace!
Basta con la propaganda che pretende di colpevolizzare e nascondere le ragioni dei pacifisti.
Io non esalto l’eroica resistenza del popolo ucraino e sono contro l’invio di armi.
Un grande storico, Marc Bloch (1886-1944) intravede nel suo tempo i germi di una crisi morale e culturale profonda e ci esorta a riempire quel vuoto di valori con nuovi significati. A me la storia insegna mai più guerra.
La propaganda arriva a distorcere le ragioni dei pacifisti. Pretendere una posizione terza per il cessate il fuoco e un dialogo di pace non equivale a negare che l’Ucraina sta vivendo un’aggressione; tanto meno se o come resistere. Oltre alla nostra Costituzione esiste un diritto internazionale.
Rifacendomi alla continua elaborazione che sottende la ricerca di giustizia sociale, la cura delle persone e della terra che ci ospita, non posso accettare il doppio standard reso tanto evidente con l’aggressione all’Ucraina. Questo solo; città assediate, forze impari, edifici sventrati, … non c’è altro. Veramente siamo ormai assuefatti alla questione palestinese (e non solo)?
Io non ho alcun senso di colpa per la guerra e i bombardamenti in Serbia; nemmeno per qualsiasi altra guerra: sono profondamente anarchica, laica e pacifista e per questo posso mettere sullo stesso piano Putin e NATO (e non solo).
Cosa ha fatto “l’occidente” quando con Gorbaciov siamo arrivati alla dissoluzione dell’Unione sovietica? Eppure abbiamo pensato di far entrare nella UE pure la Turchia.
Siamo veramente sicuri che quanto è accaduto nell’Europa dell’est, dopo la fine dell’URSS sia solo frutto della storia scritta dalla rivoluzione d’ottobre fino ai giorni nostri?
E’ sotto gli occhi di tutti che nazionalismi e destre più o meno razziste e xenofobe siano diffuse e ben presenti in tutto il mondo. Non sarà che forse dobbiamo fare un po’ di autocritica? Almeno porci qualche domanda: sarà che c’entrino le crescenti disparità sociali, il profitto nelle mani di pochi, la gestione aziendalistica dello stato (i più giovani non sanno nemmeno che un tempo esisteva la definizione “prezzo politico” nei manuali di economia politica e una specifica contabilità pubblica), servizi sociali sempre più scadenti?
Se sono fortunata ad esser nata nell’occidente libero e democratico a maggior ragione devo esercitare il mio senso critico e aspirare al bene, alla pace. L’errore di prospettiva per me è stato ed è non pensare ad un ordine multipolare.
Quindi no, grazie, a me questa severità europea non piace affatto. L’impressione è che si tratti di un’autoassoluzione. Abbiamo ignorato gli accordi di Minsk e il conflitto (a bassa intensità ma con morti veri) nel Donbass tra USA e Russia (non cito altro per brevità). Non voglio l’equazione Europa uguale NATO a rappresentare eventualmente gli interessi di terzi. “In guerra la verità è la prima vittima” ci dice Eschilo. E da sempre il conto delle guerre lo pagano intere popolazioni, il peso maggiore i più deboli. Mi disturba quindi la mistificazione e la propaganda che vivo nel mio stesso paese dove rispetto vorrebbe, fra l’altro, non paragonare la nostra Resistenza a quanto sta accadendo in Ucraina dove si sta combattendo una guerra per procura (senza dilungarmi su altro, i partigiani italiani hanno ricevuto armi – poche per la verità – da un blocco alleato contro il nazifascismo, quindi, contro la Germania occupante e non mi risulta che chi manda armi oggi sia in guerra con la Russia). Gli uomini non possono lasciare l’Ucraina anche perché Zelensky ha ordinato che nessun uomo dai 18 ai 60 anni può liberamente lasciare il paese. Gli Ucraini sono da anni ampiamente foraggiati di armamenti, per non parlare dei campi d’addestramento per minorenni. Il generale Fabio Mini (ex capo di stato maggiore del comando NATO in Kossovo) ci dice che gli ucraini hanno già più armi che uomini ma che c’è da chiedersi, e temere, a chi andranno ora queste armi e come verranno usate. Si sarebbe chiusa la questione palestinese se ci fosse stata la propaganda cui siamo sottoposti ora.
Qualsiasi forma di conflitto armato è guerra e la guerra è uguale ovunque sia.
Io voglio una terza via.
Draghi ha fatto delle dichiarazioni che mi hanno subito allarmata (mi pare il 27 feb. e a stretto giro lo stesso Mattarella); calpestando la nostra Costituzione, e in deroga a quanto stabilito dalla legge (fatto sentito una sola volta qualche giorno fa, in mezzo al circo mediatico della propaganda), porta al parlamento, che approva, l’invio di armi.
L’art. 11 della nostra Costituzione non si limita a dire l’Italia ripudia la guerra anche per la risoluzione delle controversie internazionali; senza divisioni in articoli (solo con virgole e punto e virgola), quindi tutto ha la stessa rilevanza, parla di limitazioni di sovranità se necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni.
Sparito il Covid, sparita la crisi, compresa ovviamente quella climatica, sparito il debito (c’è gente che già non aveva modo di pagare l’aumento delle bollette prima, in condizioni normali) ma soprattutto si pretende che si accetti l’esistenza di morti e profughi di serie A. Anche basta. Decisamente troppo. Io non so cosa farei se fossi ucraina (probabilmente rimarrei lì) so però che mai accetterò due pesi e due misure, che mai starò al gioco di interessi che nemmeno riesco a spiegare completamente (morti e sofferenza per me hanno ovunque lo stesso peso) e se potessi starei in piazza tutti i giorni.
La manifestazione dello scorso 5 marzo, convocata in primis dalla Rete italiana pace e disarmo parla di neutralità attiva; neutralità attiva vuol dire che non ci si schiera gettando benzina sul fuoco ma ci si attiva per un reale dialogo di pace; grazie alla nostra ipocrisia le colombe di pace sono Cina, Israele e Turchia. Il solo realismo possibile, per me, è costruire la pace. Non abbiamo alternative.
Qui e ora non si tratta di giustificare ma di intervenire in prima persona per mediare anziché mandare armi – anche offensive, fare propaganda fomentando la guerra e assistere alla presa in giro dei colloqui in corso. Se Putin è veramente anche un pazzo, andando avanti così arriviamo alla terza guerra mondiale che stavolta sarebbe nucleare. Accomodatevi. Io mi tiro fuori. Troppo testosterone bellicista.
E da Marc Bloch chiudo il cerchio con Virginia Woolf:
“Io in quanto donna non ho patria,
in quanto donna,
la mia patria è il mondo intero”