Testi inviati a “Potere al Popolo”

Le politiche sociali, hanno un ruolo prioritario nella qualità della vita dell’individuo in difficoltà. Manca una concertazione costruttiva tra l’area sanitaria e quella socio-sanitaria che nel tempo ha portato conseguenze difficili da rimuovere. La sanità ha sottratto al sociale parte delle risorse economiche, già molto limitate, impoverendolo maggiormente e non tenendo conto che una buona rete di servizi sociali territoriali avrebbe portato a cascata un risparmio economico anche sulla spesa sanitaria complessiva.
Il problema è alla radice: cosa vogliamo realizzare?
Considerando che abbiamo davanti una società che invecchia, il bisogno di una buona politica sociale, socio-sanitaria e sanitaria diventa l’indispensabile e unico modo per avviare un processo finalizzato ad individuare sempre nuove ed efficaci strategie capaci di dare risposte adeguate ai bisogni, di promuovere inclusione sociale e che siano sostenibili economicamente.

LA DISABILITÀ

Le politiche sociali relative alla disabilità hanno subito in modo particolare la concezione secondo cui l’assistenza corrisponde alla custodia. La disabilità è considerata malattia e, come tale, è privata della concezione essenziale che fa intravedere una prospettiva inclusiva: quella secondo cui la disabilità è la conseguenza della malattia. Al di là delle limitazioni con cui bisogna fare i conti, la persona con disabilità può vivere una vita dignitosa, se accompagnata da un sostegno mirato, e in molti casi diventare soggetto attivo e produttivo.
Proponiamo, noi di PLP e Comitato 16 Novembre, il seguente progetto che produrrebbe forti risparmi, circa il 50%, e nuovi posti di lavoro:

 

SCHEDA DI PROGETTO SPERIMENTALE: RESTARE A CASA

OBIETTIVI
Obiettivo del progetto è il permanere del malato in famiglia, ovvero il rientro presso il proprio domicilio provenendo da struttura sociosanitaria o ospedaliera.

DESTINATARI
Destinatari del progetto sono i disabili gravissimi fisici e psichici affetti da patologie degenerative, demenza, traumi gravi, coma, comunque tutti i casi bisognosi di assistenza vigile per bisogni vitali.

LIVELLI
Il progetto prevede tre livelli assistenziali in base alla gravità della condizione di disabilità:

  • Medio: quando è richiesta una presenza assistenziale diurna non specialistica ma in grado di vigilare e coadiuvare le attività quotidiane dell’assistito, per una durata compresa fra 12 e 18 ore giornaliere.

  • Intensa: quando è richiesta una presenza assistenziale diurna e notturna non specialistica ma in grado di vigilare e coadiuvare le attività quotidiane dell’assistito, per una durata compresa fra 18 e 24 ore giornaliere.

  • Totale: quando è richiesta una presenza assistenziale 24 ore su 24 di personale formato per assistere pazienti dipendenti da macchine per respirazione meccanica invasiva con tetraplegia.

CONTRIBUTI

L’importo del contributo da erogare è legato al piano personalizzato stabilito dall’equipe multidisciplinare dell’unità di valutazione territoriale (da istituire con decreto regionale), secondo le seguenti modalità:

  • Disabilità Media: da 6.000€ a 9.000€ l’anno.

  • Disabillità Intensa: da 9.000€ a 12.000€ l’anno.

  • Disabilità Totale: 20.000€ l’anno.
    NUMERI
    Si può ipotizzare che le persone interessate dal provvedimento nella fase sperimentale, separate per categoria di gravità, saranno:

  • Media: 7.000

  • Intensa: 5.000

  • Totale: 3.000

COSTI

I costi totali previsti sono i seguenti, separati per categoria di intervento:

  • Media: 7.000 x 7.500€ = 52,5 milioni.

  • Intensa: 5.000 x 10.500€ = 52,5 milioni.

  • Totale: 3.000 x 20.000€ = 60,0 milioni.

COSTO TOTALE: 165 milioni.

RISORSE
Sappiamo bene che Il reperimento delle risorse è prioritario e che non c’è spazio per passi senza le necessarie coperture finanziarie. In realtà questo progetto risulta un investimento attivo, in grado di procurare risparmi consistenti nel tempo. I fondi possono essere reperiti all’interno del bilancio stesso della sanità, trasferendoli dalla spesa prevista per l’assistenza all’interno delle residenze sanitarie a quella per l’assistenza domiciliare.
I risparmi sono certi perché in RSA il costo annuo per il SSN è di almeno 70.000€ per malato critico, oltre alla quota di spesa in carico agli enti locali e a quella in carico allo stato alla voce Politiche Sociali.

VANTAGGI

Con 165 milioni diretti alle famiglie si retribuiscono ben 18.300.000 di ore di lavoro di un assistente familiare, livello C SUPER del CCNL domestico corrispondenti a circa 9.000 posti di lavoro full-time.

RIENTRI PER LO STATO

L’immissione di denaro, (165 milioni), con creazione di posti di lavoro crea maggiori consumi e quindi più IVA, inoltre si ha un gettito IRPEF e contributi INPS per un totale di 68 milioni che rientrano nelle casse
statali.

CONCLUSIONI
Il progetto presenta peculiarità di fattibilità generando un percorso virtuoso nel senso di un risparmio reale in prospettiva attuale e futura, creando condizioni di vita dignitosa per le persone con bisogni esistenziali, rigore ed equità.

Di seguito i punti principali:
• Risposte concrete ai bisogni.
• Freno alla crescita esponenziale di RSA che costano alla comunità fornendo servizi scadenti.
• Creazione di posti di lavoro con sistemazione di tanti care-giver costretti ad abbandonare il lavoro,oppure non cercarne affatto, per accudire il familiare.
• Contributo alla crescita del PIL in maniera creativa sul sociale.
• Intervento sul sociale a costo zero che segna un’inversione di tendenza.
• L’aiuto diretto alle famiglie innesca un circuito virtuoso non dissimile dal microcredito (Mohammad Yunus, premio Nobel, ben noto a Tecnici ed Economisti)
• Diminuzione consistente dei ricoveri ospedalieri: infatti la casa è un ambiente a carica batterica molto bassa e di tipo “normale”, cioè senza la prevalenza di ceppi resistenti tipica degli ambienti di cura.
Fare vivere malati gravissimi nel domicilio è segno di civiltà, ma anche segnale di crescita e risposta, pur parziale, al problema della disoccupazione. Il progetto pilota può essere raddoppiato, triplicato in funzione delle esigenze complessive.
Deve essere chiaro che non sono più accettabili riparti in base alla popolazione generale; questi devono essere stabiliti in relazione al numero reale delle persone in stato di necessità coinvolte.
In Valle d’Aosta per esempio non esiste l’anemia mediterranea e la prevalenza di gravi patologie è a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale.
Va fatto un provvedimento blindato da becere interpretazioni.

I malati nutrono molte speranze, noi proponiamo i seguenti punti essenziali:
1) Superamento delle residenze sanitarie, gli anziani, i disabili ed i malati cronici devono stare a casa ogni volta che questo è possibile; con piani personalizzati si spende la metà e le persone stanno meglio.
2) Creazione di centri di acquisto regionali, con annesso centro ausili che metta fine allo scandalo degli sprechi. Basta con i service che ingrassano gli speculatori.
3) Chiusura di tutti gli ospedali inutili dove i reparti fungono da albergo. Bisogna tenere le eccellenze e poliambulatori diffusi potenziando i trasporti medicalizzati.
4) Creazione di reparti di assistenza domiciliare polivalente che segua i dimessi post acuzie ed i pazienti cronici. Basta con le finte cooperative e gli avvoltoi.
5) Gli ospedali devono avere personale tutto interno, che senso ha avere imprese di pulizie dentro i reparti o infermieri in affitto? Si spende di più e si peggiora notevolmente la qualità del servizio.
6) Creazione di un servizio socio sanitario diffuso che permetta alle persone di rimanere nel proprio
domicilio finanziando le famiglie; l’istituzionalizzazione costa troppo, in particolare all’interno degli ospedali.
7) Creazione, in concerto coi comuni, di case famiglia, per gestire malati cronici che non hanno famiglie alle spalle. L’assistenza può essere gestita con badantato formato col supporto sanitario di equipe dedicata.
8) Istituzione diffusa, con fondi sociali, di case del popolo che diano una vita dignitosa ad anziani, disabili e disagiati, non si vive di solo pane, i risparmi verrebbero dal risparmio sulla spesa per gli psicofarmaci.
9) Spostamento di almeno 20 miliardi dal sanitario al sociale. E’ ridicolo chiudere disabili ed anziani in prigioni, condannati senza colpe: la società invecchia, dobbiamo avere cura dei nostri
genitori, nonni, suoceri.
La salute, in qualsiasi parte del mondo, deve essere posta, sempre, al primo posto nell’agenda politica e di programma.
Elaborato a partire dal contributo di Salvatore Usala, Mario Sommella e Cuono Marzano

primalepersone@altraitalia.it

il nostro commento al vostro programma: qualche suggerimento.

A) In generale:

Non è ancora un programma ma piuttosto un elenco di auspici e desideri.

Bisogna quantificare, almeno in linea di massima, i costi previsti per le varie riforme e di prevedere come le finanziamo.
 

 

B) Presentazione del programma
 

 

a) IMPIANTO GENERALE: non parlare solo di lotte rivendicazioni, resistenze, con uno sguardo rivolto a ciò che si è perso, ma dare un’idea anche di visione e progettazione dei grandi cambiamenti a cui andiamo incontro nel futuro e che non dobbiamo subire ma governare: il grande cantiere dell’economia digitale e dell’automazione, i necessari adattamenti in termine di formazione, nuove nozioni di lavoro e di reddito, trasformazione ecologica, un processo di decrescita gestita, ecc.: una sfida a cui dobbiamo saper rispondere (in questo vi suggeriamo di prendere spunto dal programma della France Insoumise).
 

 

b) Promozione della partecipazione, della trasparenza e dell’orizzontalità a tutti i livelli, con ricerca di tutti gli strumenti atti a realizzarle.
 

 

c) LINGUAGGIO:

“vogliamo crescere e tornare ad essere protagonisti nei nostri territori”: tono perdente, da evitare; è sbagliato presentarsi come “quelli che hanno perso terreno”.
 

 

In generale, rileggere evitando un linguaggio rancoroso e rivendicativo, ideologico e sindacale, guardante nel retrovisore un mondo che fu. Piuttosto dare l’idea di un mondo tutto da costruire.
 

 

C) Quello che manca del tutto:
 

 

a) valore della laicità, con riferimento ai finanziamenti alle scuole private cattoliche, alle cliniche private, alle imposizioni patrimoniali agli istituti religiosi, alla ingerenza del fenomeno religioso nella vita pubblica. Ne consegue anche che il Concordato va abrogato.

b) questione dell’impatto delle nuove tecnologie sul modo di produrre e di vivere, sull’economia, sulla società, sulla politica stessa. Con riferimento al controllo sulle reti informatiche, sui servizi digitali, sui brevetti industriali e il copyright, sulle banche dati (Big Data), sulla libertà di accesso al sapere, sull’informazione e la comunicazione.

c) L’agricoltura che vogliamo (vedi anche punto 4 – Economia)
 

 

D) Contenuti da integrare nei vari punti:
 

 

Punto 1- Costituzione.

Fare almeno un’accenno alle carceri e alla funzione rieducativa della pena
 

 

Punto 2: Europa

Manca un programma positivo verso l’Europa. Non basta dire “vogliamo rompere l’Unione europea dei Trattati”, bisogna dare anche un’idea positiva dell’Europa che vogliamo.

La transnazionalità, la ridefinizione di confini che non siano frontiere, l’interculturalità non esistono se il progetto da europeo si restringe a nazionale o locale. Rispetto all’Europa insomma bisogna differenziarsi in modo chiaro dalla Lega e dai 5 stelle.
 

 

In una fase di transizione possiamo chiedere che tutti i poteri della “Trojka” passino al parlamento europeo, unico organo eletto direttamente.
 
 
 

 

Punti 3- 4 “Lavoro e Reddito” e “Economia e Finanza”

Manca un quadro di proiezione sui cambiamenti prevedibili nel futuro: il grande cantiere dell’economia digitale, i necessari adattamenti in termine di formazione, nuove nozioni di lavoro e di reddito, un processo di decrescita gestita.
 

 

Punto 3 – Lavoro e reddito

Dal contratto generale a tempo indeterminato devono essere esclusi i lavori stagionali, e va ammessa la possibilità di impiego a tempo determinato, ma con garanzie speciali: maggior salario rispetto al tempo indeterminato, liquidazione di fine missione, ferie, precedenza alla riassunzione, che scoraggino drasticamente l’impiego a tempo determinato se non nei casi di di effettivo superlavoro temporaneo per l’azienda.
 

Le politiche di serio contrasto alla disoccupazione dovrebbero essere articolate e precisate: ad esempio formazione specifica ai nuovi mestieri resi necessari dalla transizione digitale e l’automazione
 

 

La creazione di posti di lavoro nuovi e sostenibili va collegata all’incentivo alla riconversione ecologica in tutti i campi e alla relativa formazione professionale.
 

 

Inoltre (a precisazione a quanto già scritto nel programma):
1. Aumento del salario minimo orario.

Se il reddito minimo per vita dignitosa calcolato è di circa 1400 euro, occorre calcolare il salario minimo orario per settimana di 40 ore. Questa deve essere la richiesta di base del salario minimo orario per tutte le categorie di lavoro.

2. Centri per l’impiego pienamente efficienti (no agenzie per la ricerca del lavoro come problema individuale in una giungla inestricabile).

3. Assunzione diretta (no lavoro interinale gestito da false cooperative di servizi)

4. Riduzione orario di lavoro mantenendo un salario minimo mensile a 1400 euro (vedi sopra punto 1)

5. Incentivi alle aziende per contratti per i giovani e per gli ultra 45enni fuori dal mondo del lavoro

8. Reddito di autodeterminazione (almeno 800/1000 euro mensili)

9. Tetto salariale ai compensi massimi (per dirigenti, ecc.)
 

 

Punto 4 Economia, Finanza, Redistribuzione

Bisogna ri-orientare l’economia in una direzione non consumistica, ma basata sull’innovazione ecologica, sul recupero, il riciclo , il risparmio energetico. Questo non riguarda solo il capitolo “ambiente” (dove avete giustamente inserito: “un urgente e radicale ripensamento del nostro modello produttivo e di consumo”), ma proprio l’indirizzo economico generale.
 

 

Dare valore strategico agli incentivi all’agricoltura biologica, di qualità effettivamente controllata, e a km zero
 

 

Punto 5 Lotta alla povertà e all’esclusione sociale

  • Casa: politiche di forte tassazione patrimoniale delle case sfitte e simultaneamente di calmierazione degli affitti (equo canone).

 

Punto 6 – Welfare, istruzione (a precisazione di quanto detto nel programma)

a) Pensioni

  • Provvedere a pensioni eque per tutti e per chi è giovane oggi, è possibile, patto di rilanciare il lavoro e la piena occupazione (vedi punto 4 – Economia).

  • Il sistema pensionistico deve essere ripartito in modo da lasciare una certa flessibilità di scelta sulla data di cessazione per anzianità, a seconda dei lavori e delle preferenze personali.

  • con 40 anni di contributi, bisogna poter andare in pensione sempre, e in categorie particolarmente disagiate, molto prima dei 67 anni.

 

b) Welfare:

  • preferire la fornitura di servizi diretti al pubblico, anziché un contributo monetario assistenziale

  • servizio sanitario nazionale: la totale gratuità può essere contemperata con un ticket per chi ha un reddito elevato.

 

Punto 8 – Accoglienza e immigrazione

Migrazioni: è necessario da parte nostra un cambiamento di prospettiva; da cittadini di una nazione sola a cittadini del mondo.

In particolare l’ Europa e l’Africa con al centro il Mediterraneo vanno pensate come un sistema in cui va garantita e organizzata la circolazione delle persone, nei due sensi : è infatti da incoraggiare, per chi lo voglia, la possibilità di un ritorno nei paesi di origine, dopo un periodo più o meno lungo di permanenza all’estero.

Per dare nuova vita a quei paesi non ci vogliono nuovi piani per “aiutarli a casa loro” (spesso promossi in sintonia con le multinazionali del saccheggio), ma va data la possibilità ad abitanti e comunità locali di tornare a prendersi cura dei propri territori con le proprie iniziative (vedere quanto ha scritto Guido Viale in proposito).
 

 

  • La cessazione delle continue guerre che provocano la fuga da condizioni terribili è una priorità da perseguire con ogni mezzo, in particolare impedendo il commercio di armi.

 

Punto 9 – Ambiente

  • La tutela dell’ambiente e la riconversione ecologica dovrebbero essere presentati come il motore dell’economia e insieme anche dell’accoglienza possibile (ci sono riflessioni importanti di Guido Viale a questo proposito).

  • Particolare importanza va data al contrasto al riscaldamento globale

  • Non basta dire “nuova politica energetica che parta dal calcolo del fabbisogno reale” :

la produzione energetica deve essere eco-sostenibile. Vedere se è possibile introdurre il principio in Costituzione e istituire un demanio energetico come esiste quello territoriale, minerario o dei beni culturali.
 

 

Punto 10 – Controllo popolare

a) lo Stato deve garantire l’attuazione di un sistema partecipativo popolare, a livello locale e nazionale, basato non solo su assemblee ma anche su piattaforme informatiche;
 

 

b) Per poter realizzare un vero controllo popolare – a cominciare da noi stessi – è necessario un sistema di comunicazione interno a chi aderisce a questo programma, trasparente e strutturato in modo non gerarchico e davvero orizzontale, e una struttura organizzativa dello stesso tipo, basata il meno possibile sulla delega, con previsione di incarichi elettivi temporanei, a rotazione, ecc.

In questa prospettiva, serve l’urgente avvio di un gruppo di lavoro per la ricerca, la definizione e la proposta di un’architettura informatica, in grado di realizzare tutto ciò (vi suggeriamo di prendere esempio dai Partiti pirata, Podemos e i Comunes (le liste locali Barcelona en comu e le altre che ci sono in Spagna).
 

c) va inserito nel regolamento delle Camere l’obbligo di calendarizzazione e discussione delle leggi e proposte d’iniziativa popolare.
 

 

 

 

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