SCHEDA DI PROGETTO SPERIMENTALE: RESTARE A CASA

Proposta programmatica per una politica socio sanitaria attenta ai bisogni reali.

Le politiche sociali relative alla disabilità hanno subito in modo particolare la concezione assistenzialistica e di custodia, poiché la disabilità è considerata malattia e, come tale, è privata dalla concezione essenziale che fa intravedere una prospettiva inclusiva: quella secondo cui la disabilità è la conseguenza della malattia e, al di là delle limitazioni con cui bisogna fare i conti, la persona con disabilità può vivere una vita dignitosa se accompagnata da un sostegno mirato e in molti casi diventare soggetto attivo e produttivo. 
Proponiamo, noi di Prima le Persone   e Comitato 16 Novembre, il seguente progetto che produce forti risparmi, circa il 50%, e posti di lavoro:

SCHEDA DI PROGETTO SPERIMENTALE: RESTARE A CASA

PREMESSA

La popolazione invecchia, i malati gravi ed incurabili sopravvivono, urge ampliare le possibilità perché queste persone restino in famiglia.

IL CONTESTO

In Italia la sanità spende 18 miliardi di euro per finanziare le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) e simili. Tale spesa è triplicata dal 2000 perchè è l’unica offerta che la maggior parte delle regioni offre. Solo alcune propongono in alternativa Piani Assistenziali Individualizzati (PAI).

OBIETTIVI

Obiettivo del progetto è il permanere del malato in famiglia, ovvero il rientro da struttura sociosanitaria o ospedaliera.

DESTINATARI

Destinatari del progetto sono i disabili gravissimi fisici e psichici affetti da patologie degenerative, demenza, traumi gravi, coma, comunque tutti i casi bisognosi di assistenza vigile per i bisogni vitali.

LIVELLI

Il progetto stabilisce tre livelli assistenziali:

  • Medio: patologie che richiedono una presenza assistenziale non specialistica ma vigile diurna per le attività quotidiane della vita per impegni giornalieri fra 12 e 18 ore.
  • Intensa: patologie che richiedono una presenza assistenziale non specialistica ma vigile, diurna e notturna per le attività quotidiane della vita per un impegno giornaliero fra 18 e 24 ore.
  • Totale: patologie che richiedono una presenza 24 ore su 24 di personale formato per assistere pazienti dipendenti da macchine per respirazione meccanica invasiva con tetraplegia.

PROPOSTA:

Si propone di destinare 80 milioni di euro  (questo é il costo di 1000 degenti non autosufficienti ricoverati in RSA)   per un massiccio ritorno in famiglia di malati e anziani che lo desiderano, un’alternativa che avrà un sicuro successo. Da ricordare che la maggioranza delle RSA erano e rimangono squallidi ospizi con iniqua occupazione, sottopagati, spesso in nero, dirette da lobby legate alla politica locale e nazionale.

PROPOSTA NEI DETTAGLI:

Si propone di destinare il 50% da erogare alla famiglia che si riprenda in carico il paziente. Si risparmiano 40 milioni di euro da destinare   ad un piano assistenziale rivolto alle categorie  di disabili con gravità   media e intensa. I restanti  40 milioni di euro che  sommate alle pensioni ed alle   indennità di accompagnamento  che il paziente s’impegna a destinare al PAI per intero.

ESEMPIO:

Un paziente gravissimo costa allo stato almeno 80.000€, si propone di erogare 40.000€ che sommati alla pensione di invalidità ed  all’  indennità di accompagnamento, che in RSA non percepiscono, portano la cifra a 49.000€ sufficienti per assumere 3 assistenti.

I NUMERI :

49 milioni di euro corrispondono a circa 3000 posti di lavoro Per assistere 1000 degenti, per 36 ore settimanali, CCNL domestico,categoria CS. in sintesi il 50% dell’investimento iniziale.

BENEFICIARI:

Tutti coloro che si rendono disponibili. Il governo Italiano  dovrebbe predisporre un provvedimento che finanzia solo i Piani Personalizzati, ovvero nessun riparto in base alla popolazione o simili, solo ed esclusivamente i PAI contabilizzati dalle varie regioni. Bisogna predisporre una convenzione con i CAAF che segua i pazienti nelle assunzioni, buste paga, contratti, l’unico dei dipendenti e pratiche varie.

CONCLUSIONI:

Questo è un piano serio, facile da realizzare, nessuna Corte dei Conti  può bocciarlo. Propone risparmi strutturali destinati ad aumentare nel tempo ed occupazione stabile. Sarebbe utile fare piani formativi con fondi strutturali europei con progetti POR regionali. Bisogna avere il coraggio di combattere le lobby e mafie che operano nella sanità, basta volerlo. (alcune cifre potrebbero subire variazioni senza inficiare l’impianto complessivo.)

CONTRIBUTI

Il livello del contributo è legato al piano personalizzato stabilito dall’equipe multidisciplinare dell’unità di valutazione territoriale(Da istituire con decreto regionale) secondo le seguenti intensità:

  • Media: da 9.000€ a 16.000€ l’anno.
  • Intensa: da 12.000€ a 25.000€ l’anno.
  • Totale: 49.000€ l’anno.

RISORSE

Il reperimento delle risorse è prioritario nel rispetto di questo periodo di crisi, non c’è spazio per passi senza le necessarie coperture finanziarie. Il progetto risulta un investimento attivo che procura risparmi consistenti nel tempo. si possono trasferire dalla Sanità, capitolo relativo alle residenze sanitarie, al Welfare. 
I risparmi sono certi perché in RSA il costo annuo per il SSN è di almeno 80.000€ per malato critico.

VANTAGGI

Con i milioni diretti alle famiglie si retribuiscono ben 3000  assistenti familiari, livello C SUPER del CCNL domestico,  posti di lavoro full-time.

RIENTRI PER LO STATO

L’immissione di denaro comporta maggiori consumi e quindi più IVA, inoltre si ha un gettito IRPEF  e contributi INPS  che rientrano nelle casse statali e regionali. 

CONCLUSIONI FINALI

Il progetto presenta peculiarità di fattibilità generando un percorso virtuoso nel senso di un risparmio reale in prospettiva futura e attuale, creando condizioni di vita dignitosa alle persone con bisogni esistenziali, rigore ed equità, di seguito i punti principali:

  • Risposte concrete ai bisogni.
  • Freno alla crescita esponenziale di RSA che costano alla comunità fornendo servizi scadenti.
  • Creazione di posti di lavoro con sistemazione di tanti care-giver costretti ad abbandonare il lavoro,oppure non cercarne affatto, per accudire il familiare.
  • Contributo alla crescita del PIL in maniera creativa sul sociale.
  • Intervento sul sociale a costo zero che segna un’inversione di tendenza.
  • L’aiuto diretto alle famiglie innesca un circuito virtuoso non dissimile dal microcredito (Mohammad Yunus, premio Nobel, ben noto a Tecnici ed Economisti)
  • Diminuzione consistente dei ricoveri ospedalieri, infatti, la casa è un ambiente povero di carica batterica.

Fare vivere malati gravissimi nel domicilio è segno di civiltà, ma anche segnale di crescita e risposta ai tanti disoccupati. Il progetto da un esempio, può essere raddoppiato, triplicato in funzione dei numeri reali. Resta chiaro che non sono più accettabili riparti in base alla popolazione, bensì al numero reale dei malati coinvolti. In Valle d’Aosta non esiste l’anemia mediterranea, per esempio, la prevalenza di gravi patologie è a macchia di leopardo.

I malati nutrono molte speranze, noi ci permettiamo di darvi i seguenti suggerimenti:

  1. Superamento delle residenze sanitarie, gli anziani e malati devono stare a casa, con piani personalizzati, si spende la metà e le persone stanno meglio.
  2. Creazione di centri di acquisto regionali, con annesso centro ausili che metta fine allo scandalo degli sprechi. Basta con i service che ingrassano gli speculatori.
  3. Chiusura di tutti gli ospedali inutili dove i reparti fungono da albergo. Bisogna tenere le eccellenze e poliambulatori diffusi potenziando i trasporti medicalizzati.
  4. Creazione di reparti di assistenza domiciliare polivalente che segua i dimessi post acuzie ed i pazienti cronici. Basta con finte cooperative e avvoltoi.
  5. Gli ospedali devono avere personale tutto interno, che senso ha avere imprese di pulizie dentro i reparti o infermieri in affitto? Si spende di più.
  6. Creazione di un servizio socio sanitario diffuso che tenga nel domicilio le persone, finanziare le famiglie, l’istituzionalizzazione costa troppo, in particolare gli ospedali.
  7. Creazione, in concerto coi comuni, di case famiglia, per gestire malati cronici che non hanno famiglie. L’assistenza può essere gestita con badantato formato col  supporto sanitario di equipe dedicata.
  8. Istituzione diffusa, con fondi sociali, di case del popolo che diano una vita dignitosa ad anziani, disabili e disagiati, non si vive di solo pane, i risparmi verrebbero dai psicofarmaci.
  9. Riduzione diffusa dei primariati, con relativo codazzo. Fuori i baroni e la politica dagli ospedali.
  10. Spostamento di almeno 20 miliardi dal sanitario al sociale. E’ ridicolo chiudere disabili ed anziani in prigioni, condannati senza colpe, la società invecchia, dobbiamo avere cura dei nostri genitori, nonni, suoceri.

La salute, in qualsiasi parte del mondo, è un Diritto Fondamentale Inalienabile.

Fonti 

  • Comitato 16 Novembre, Prima le Persone, 
  • Elaborato da Mario Sommella APP ;
  • Cuono Marzano APP ;
  • Salvatore Usala C16N .

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