“Perché devono bombardare gli ospedali, oltretutto con le bombe che gli forniamo noi? E perché nessuno dice niente?”
La testimonianza diretta di un medico italiano che lavora, adesso in quel poco che ne è rimasto, nell’ospedale di Msf ad Abs, nel nord dello Yemen, bombardato ieri dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita, principale alleato occidentale nella lotta al “terrore”. Questo scrive Marcello Bergami, che ringrazio.
Ho ricevuto due ore fa questa mail, da mio fratello che opera come
chirurgo per MSF, attualmente in Yemen, città di Abs.
Arrivo adesso dall’ospedale. Circa 2 ore fa hanno lanciato una bomba
sull’ospedale medesimo.. Io ero in sala operatoria che aspettavo per un
cesareo, quando all’improvviso si è sentito un botto tremendo e sono
crollate le finestre e si è aperto il soffitto dell’ingresso al blocco
operatorio e nelle sale sterili sono piovuti calcinacci e polvere
dappertutto. Nessun problema per noi, ma la bomba è caduta accanto al
pronto soccorso, affollatissimo come al solito. E stata una carneficina.
Un’auto posteggiata nel cortile in attesa di scaricare i pazienti, è
stata colpita e i suoi occupanti sono carbonizzati. Dappertutto pezzi
umani di bambini ed adulti: teste mozzate, arti superiori e anteriori
sparsi ovunque, mani, piedi, addomi con intestini fuori, ecc. Uno
spettacolo raccapricciante. E dappertutto gente che gridava, che correva
a vuoto, che scappava. In sala operatoria hanno portato due
sopravvissuti, uno in coma con frattura del femore e probabile lesione
della colonna cervicale, oltre alla lesione dell’arteria femorale.
Praticamente già morto. L’altro con la gamba sinistra a penzoloni in
stato di shock. Li abbiamo stabilizzati e trasferiti in altro ospedale,
perché il nostro è inagibile. Non so se arriveranno vivi. Non sono
spaventato, ma rabbioso e incollerito. Perché devono bombardare gli
ospedali, oltretutto con le bombe che gli forniamo noi? E perché nessuno
dice niente?