INCONTRO DI PRIMALEPERSONE: DALLA RAPPRESENTANZA POLITICA ALL’AUTORAPPRESENTANZA DEL MONDO SOCIALE
Cara/o, con la presente ti invitiamo calorosamente all’incontro che stiamo organizzando.
La gravità della situazione e l’incapacità della politica, in tutte le sue versioni, nel dare risposte adeguate alle crisi che stiamo attraversando, ci induce a cercare tutti insieme risposte creative ed originali a partire dal mondo sociale in cui ciascuno di noi opera.
Che fare? Il 9 gennaio ci porremo questa domanda, convinti che oggi nessuno possa avere da solo tutte le risposte necessarie ma che, insieme, sperimentando nuove pratiche e prospettive e dando valore all’intelligenza, alla competenza e all’esperienza di tutte e di tutti, si possa aprire un cammino nuovo per affrontare le emergenze del paese. Siamo certi che le risposte più innovative possano nascere solo dal confronto e dall’interconnessione tra le persone che già danno vita a iniziative sociali, di lotta e di proposta attiva su tutto il territorio nazionale.
BOLOGNA, Centro Costa – 9 e 10 Gennaio 2016
Via Azzo Gardino, 44, 40122 Bologna, Tel. 051-551278
Sabato 9 Gennaio
9.30 – 10.00 Registrazione
10.00 – 13.30 Introduzione, presentazioni partecipanti e relazioni su temi tavoli di lavoro
13.30 – 14.30 Pranzo (solo su prenotazione bologna@primalepersone.eu)
14.30 – 17.00 Lavoro in piccoli gruppi utilizzando il metodo World café
17.00 – 18.30 Report dei facilitatori con interventi di integrazione
18.30 – 19.30 Conclusioni
Domenica 10 Gennaio
9.30 – 13.00 Riflessioni operative verso l’Assemblea Permanente e organizzazione nei territori
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Vi invitiamo a segnalarci la vostra partecipazione a: bologna@primalepersone.eu,
indicando cognome, nome, città, tel., mail, gruppo/movimento
Per seguirci e future informazioni organizzative: Sito web www.primalepersone.eu
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C’è grande confusione sotto il cielo… e noi?
Non vi sembra un incubo dal quale non riusciamo a svegliarci?
Dopo il ventennio berlusconiano e tre governi nominati, un parlamento eletto con una legge illegittima vara riforme che stravolgono l’ordinamento dello Stato, colpiscono i diritti dei lavoratori, la scuola, la gestione del territorio, i beni comuni, i diritti dei cittadini sanciti dalla Costituzione. Si stanno chiudendo le finestre della democrazia sia formale che sostanziale. L’autoritarismo non è più strisciante, ma è ormai conclamato.
Mentre la politica si avvita praticando, in varie versioni, il cosiddetto “pensiero unico” neoliberista proiettato alla privatizzazione di tutto l’esistente, un mondo operoso di persone ignorato dall’informazione e dalle istituzioni, se non apertamente combattuto, lavora da tempo sui territori e nel sociale per cercare di cambiare le proprie vite e il Paese.
Questa situazione ci induce a cercare insieme risposte creative ed originali, in grado di avviare, attraverso un dialogo concreto con quelle parti della società in cui ciascuno di noi è immerso, un percorso virtuoso e onesto per ricostituire condizioni di vita accettabili per tutti. E’ un proposito molto ambizioso, ma realistico: milioni di persone in Italia, in Europa e nel mondo stanno operando con lo stesso intento.
Il 9 gennaio ci porremo assieme la domanda “che fare?”, convinti che oggi nessuno possa avere da solo tutte le risposte necessarie; ma che insieme, sperimentando nuove pratiche e nuove prospettive e dando valore all’intelligenza e alla competenza di tutti e di tutte si possa aprire un cammino nuovo. Pensiamo che le risposte più innovative possano nascere solo dal confronto e dalla interconnessione tra le persone che già danno vita a iniziative sociali, di lotta e di proposta attive su tutto il nostro territorio.
I temi che richiedono un’attenzione e un’azione immediata sono molti: la questione generale della democrazia oggi, con le riforme costituzionali e la legge elettorale detta Italicum; la conversione ecologica dell’economia e la transizione energetica verso un mondo senza più combustibili fossili e minacce per il clima di tutto il pianeta, tema fortemente connesso con la creazione di tanti nuovi posti di lavoro per tutti; il diritto al lavoro, ma anche a un reddito di dignità per tutti coloro che sono senza lavoro; la questione dei migranti e dei rifugiati legata al tema della pace e degli equilibri economici e politici in Europa, nel Mediterraneo e nel mondo; la pessima riforma che il governo, e solo lui, ha chiamato della “buona scuola”; il tema dell’organizzazione della sanità e quello più generale della salute di tutti, soprattutto in termini di prevenzione e di produzione alimentare biologica; il tema delle grandi opere che devastano l’ambiente e la vita di intere comunità e delle politiche alternative per la prevenzione dei dissesti idrogeologici e la costruzione di opere e servizi a misura di persone (scuole pubbliche, trasporti equo-sostenibili, energia pulita, ricerca ed innovazione, ecc.); quello delle privatizzazioni e dell’esproprio dei beni comuni; il tema dei diritti di tutti e, tra questi, soprattutto di quelli delle donne che subiscono stupri, femminicidi, discriminazioni di ogni genere e che sono sottoposte a mille forme di sfruttamento, anche grazie a un governo che risparmia e taglia ovunque, riducendo lo stato sociale e scaricando le conseguenze di tutto questo sul lavoro di cura non pagato delle donne. E’ un tema per noi di primaria importanza perché pensiamo che il riscatto della condizione delle donne, e soprattutto di quelle immigrate che vivono qui tra noi come di quelle dei paesi da cui provengono, è la via più efficace per neutralizzare e sconfiggere la violenza feroce che si manifesta in molte delle guerre in corso e in molti dei recenti episodi di terrorismo, la cui posta in gioco principale è il mantenimento o la riconquista di un dominio incontrastato degli uomini sulle donne che continuano a considerare una “cosa loro”.
Sono tutti temi fortemente interconnessi che richiedono una risposta complessiva e sui quali potremmo lavorare insieme. Tra questi, quello che a noi sembra ricomprendere un po’ tutti gli altri, perché mette in gioco tutti gli aspetti dell’ambiente in cui viviamo e vivranno i nostri figli e i nostri nipoti, l’opportunità di un lavoro giusto e sensato per tutte e tutti, la partecipazione di tutte e tutti, su un piede di parità, alle decisioni relative a ogni aspetto della nostra esistenza, a partire dal che cosa produrre, come e quanto, e che cosa consumare o utilizzare senza più squilibri tra chi ha troppo e chi niente, è il tema attualissimo, dopo il vertice di Parigi COP 21, della conversione ecologica.
Abbiamo comunque delle scadenze e delle priorità immediate a cui far fronte, che si intrecciano strettamente con i temi di carattere più generale: il possibile, anche se non certo, svolgimento del referendum No Triv, il prossimo referendum per il NO alle riforme costituzionali e la proposizione di nuovi referendum contro la legge elettorale detta Italicum, contro la “Cattiva Scuola” e probabilmente contro il Jobs Act. Ma anche attraverso una nuova stagione di proposte con le quali animare l’asfittico e mistificato dibattito nel paese coinvolgendo finalmente i cittadini.
Il passo avanti su cui vorremmo confrontarci tra tutti è rappresentato a nostro avviso dalla possibilità, tutta da costruire se ci sarà la volontà di farlo, di fare rete e sostenerci reciprocamente mettendo a frutto ogni nostra competenza a beneficio degli altri, affinché i nostri sforzi non rischino di essere vanificati andando “tutti alla spicciolata”. Per questo anche il metodo della discussione che vi proponiamo, il World Café, è aperto a ogni possibile contributo ed esito. Cominciamo sperimentando tra noi forme di discussione aperte e orizzontali, lavorando in profondità, con lentezza e con dolcezza, come esortava a fare Alex Langer; costruiamo un collettivo dell’auto-rappresentanza dandoci i tempi che saranno necessari per costruire uno “spazio” di tutti/e che ridia voce ai bisogni reali, che sappia guardare all’Europa con l’obiettivo di riprendere il cammino profilato a Ventotene e sistematicamente boicottato dai poteri economico-finanziari e da una dirigenza europea appiattita su questi.
Non basta convergere sugli obiettivi, dovremmo darci dei nuovi metodi, portando in politica l’esperienza delle donne, mettendo cioè al centro relazione e ascolto, abbandonando autoreferenzialità e protagonismi, promuovendo una profonda trasformazione culturale a partire da noi stessi, che ci faccia transitare tutti da osservatori spesso impotenti di processi decisionali verticistici o anacronistiche forme di assemblea che creano maggioranze e minoranze sempre molto marginali, a promotori di forme decisionali partecipative e orizzontali, capaci di creare un confronto aperto e fecondo, relazioni di fiducia e di rispetto reciproco, decisioni condivise e realmente utili a dare risposta ai bisogni del mondo sociale non più prorogabili.
E’ il momento di assumerci tutti una responsabilità nuova. Vogliamo provarci insieme?
Iniziativa promossa da PrimalePersone per l’Assemblea Permanente
Contatti
Roberta Radich tel. 3489138529 – captaroby@gmail.com
Antonella Leto tel. 3336599512 – antonellaleto22@gmail.com
(portavoci di PrimaLePersone)
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