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Manifesto Politico "Ecologia e Diritti"


(@lucia-ciarmoli)
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Documento proposto da Laura Cima per un più ampio confronto. Ragionarci insieme, attualizzarlo ed eventualmente condividerlo.

Introduzione

Siamo donne e uomini convinti della necessità di superare l'attuale modello di sviluppo economico e sociale perché consapevoli che il capitalismo, sin dalle sue origini, si è basato sull’appropriazione e lo sfruttamento delle risorse naturali e delle persone. Crediamo che questo sistema sia ormai insostenibile e che siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Riconosciamo la natura globale della crisi ecologica e la sua stretta connessione con le questioni sociali e migratorie e, pertanto, vogliamo promuovere nuove forme di coesistenza, di sviluppo eco-compatibile e di lavoro che favoriscano il “buon vivere”, per liberare la Terra e tutta l’Umanità dalla schiavitù del profitto ad ogni costo, assicurando un futuro degno alle nuove generazioni. Per questo, crediamo che sia arrivato il momento di fare scelte coraggiose e di prendere decisioni nette.

1. La società dei diritti e dei beni comuni Vogliamo modificare gli attuali modelli economici e sociali, responsabili di povertà, squilibri ambientali e guerre, consumo del suolo e desertificazione, puntando alla riconversione ecologica dell’economia e incentivando ogni forma di ripubblicizzazione dei beni comuni, a partire dall’acqua. Crediamo che salute, istruzione, casa, lavoro e ambiente vadano sottratti dalla logica dei soli profitti, essendo beni materiali e immateriali appartenenti a tutti, su cui si fonda la convivenza pacifica e, quindi, anche la stessa esistenza del genere umano e non solo. Intendiamo valorizzare principi quali la laicità dello Stato, la dignità inviolabile della persona e degli animali, il rispetto dei diritti umani fondamentali, a iniziare da quelli delle donne, delle giovani generazioni, dei lavoratori e delle minoranze. Siamo, inoltre, convinti che finora la politica - così come la cultura -  in Italia sia stata esclusivamente antropocentrica e androcentrica; che, in quanto tale, abbia riprodotto il concetto di dominio soprattutto nelle relazioni tra le persone in ambiti pubblici e istituzionali, e che abbia innalzato a valore la sopraffazione del più forte sul più debole, riproponendo ingiustizie, familismo e specialmente un modello di potere che ha volutamente ignorato il ruolo centrale delle donne nella società.

2. La giustizia ambientale, il clima e l’economia circolare Di fronte alla enorme sfida dei cambiamenti climatici, crediamo non sia più rinviabile una riconversione ecologica profonda della società e dell'economia, senza tentennamenti. Tale riconversione deve essere basata sul concetto di circolarità. Si deve passare dall'economia lineare e iperproduttiva che sfrutta le persone, la Terra e le sue risorse, ad un modello di economia circolare pensato per potersi rigenerare tenendo conto che i flussi dei materiali biologici sono in grado di essere reintegrati nella biosfera, anche attraverso la valorizzazione degli scarti organici e del waste food e tenendo conto che i flussi dei materiali tecnici possono essere destinati ad essere rivalorizzati, senza entrare nella biosfera. Le risorse del pianeta non sono infinite e noi le stiamo esaurendo. Pertanto, la riconversione ecologica, basata sull'estensione della vita dei prodotti, sulla produzione di beni di lunga durata, sulle attività di ricondizionamento e sulla riduzione della produzione di rifiuti, è necessaria e improrogabile per il futuro del pianeta, in termini di adattamento e resilienza. Inoltre, dinanzi ai gravissimi problemi causati dai cambiamenti climatici riteniamo sia necessario attivare strategie puntuali in termini di riduzione della CO2, perseguire il passaggio dall’uso di fonti fossili a fonti alternative e rinnovabili, favorire e sostenere, attraverso la finanza sostenibile, il risparmio energetico, gli investimenti in mobilità dolce e sostenibile. Se intendiamo garantire un futuro alle nuove generazioni, dobbiamo assumere l’economia circolare e il concetto di giustizia ambientale a fondamento della riconversione ecologica prima che l’estrattivismo, il mito del progresso e dell’infinita crescita economica ci conducano verso l’estinzione, verso il collasso dell’ecosistema planetario con il conseguente e progressivo aumento della perdita di biodiversità animale e vegetale. Per un futuro di prosperità e benessere generalizzato, crediamo debba essere garantito il diritto collettivo all’accesso al patrimonio naturale comune. Tale patrimonio appartiene a chi è in vita e alle future generazioni, a chi ha la fortuna di nascere nei luoghi del benessere diffuso e a chi invece sopravvive nelle regioni più povere del pianeta. Se questo diritto non viene riconosciuto a tutta l’umanità si tratta solo di un privilegio per pochi, mentre noi crediamo che la giustizia ecologica possa essere realizzata solo in assenza di privilegi, in una società istituzionalmente e digitalmente democratica. Solo la democrazia trasforma i soggetti in cittadini e li educa a promuovere la dignità umana e il bene comune anche attraverso il ruolo centrale delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.  

3. La democrazia ecologica Ci impegniamo a costruire una rete popolare, inclusiva ed aperta. Noi vogliamo aprire porte e finestre per includere tutte e tutti. Costruiamo ponti e non confini. Vogliamo realizzare una società del dialogo e non rifuggiamo dalle responsabilità nell’agire politico perché riconosciamo le urgenze del presente e vogliamo garantire un futuro vivibile e giusto per l’umanità in armonia con la terra che ci ospita e gli ecosistemi. Le donne, i giovani e gli anziani, i fragili, i bambini prima di tutti, stanno pagando il prezzo di questo sviluppo dissennato. Noi lavoriamo per un futuro sostenibile che modifichi radicalmente i rapporti di forza esistenti nella società e nelle istituzioni. La politica in Italia è stata ed è maschilista, è fondata sul principio del dominio, sulla reiterazione della sopraffazione del più forte sul più debole, soprattutto si basa su un modello di potere che esclude il ruolo centrale della società civile e il suo primato. Questo modello – anche linguisticamente al maschile – ha fortemente incrinato il concetto stesso di democrazia civile e sociale. Noi crediamo invece che sia l’ecologia la nuova frontiera della democrazia. I diritti sociali e quelli del lavoro, i diritti civili e quelli politici sono il frutto delle conquiste di generazioni di persone che si sono battute per la democrazia. Noi ci impegniamo perché quei diritti vengano riaffermati e affinché a quei diritti si aggiungano i diritti ambientali, espressione della democrazia ecologica. Ci impegneremo nelle istituzioni e fuori da esse. Lo faremo in modo pacifico, riconoscendo il primato della Costituzione e la cultura della disobbedienza civile nonviolenta. Per questo, riteniamo che sia necessario offrire l'opportunità a tutte le persone che da anni si occupano di diritti e di ambiente di tradurre il pensiero in pratica politica e anche partitica. Il luogo della pratica politica deve essere intesa come la intende la Costituzione ovvero non come luogo di potere finalizzato ad accaparrarsi privilegi o come strumento di controllo della società, ma come la migliore espressione democratica della società.

4. Per una nuova cultura ecocentrica Vogliamo saperi, uguaglianza, libertà, salario e lavoro per l’umanità a garanzia del pianeta e di ogni specie vivente. Rifiutiamo la nozione totalizzante di “capitale umano”, l’imposizione delle gerarchie e della precarietà della vita in nome di una consapevolezza più grande: la cultura ecocentrica e la sua diffusione permetterà alle nuove generazioni di lottare insieme per i diritti umani e del pianeta, l’equità sociale e ambientale. 5. La diffusione del sapere come base della democrazia Vogliamo rivalutare l’importanza dei saperi perché per noi la conoscenza in tutte le sue forme è democrazia. Siamo convinti che solo un’educazione di qualità, equa, inclusiva, gratuita e laica per tutte e tutti possa davvero garantire la diffusione del sapere come diritto fondamentale di cittadinanza. Siamo convinti che il sapere si nutra di ricerca, di innovazione, ma anche di bellezza, di espressività, di libero accesso a ogni forma d’arte. Siamo consapevoli che tale diritto vada garantito permanentemente anche ai lavoratori e alle lavoratrici affinché nessuno rimanga escluso professionalmente e socialmente. Per garantire ciò, crediamo che debba essere rafforzato il ruolo della scuola pubblica e che vada valorizzata la figura dei docenti. Crediamo, inoltre, che il sapere comprenda anche l’accesso alle informazioni e alle innovazioni digitali. Le informazioni e i servizi connessi, a nostro avviso, non possono essere monopolio esclusivo delle grandi aziende. L'accesso alla società dell'informazione deve essere salvaguardato, totalmente pubblico e garantito a tutte e tutti.

6. Uguaglianza, ecofemminismo e cittadinanza Vogliamo l’uguaglianza perché per noi tutte le persone hanno lo stesso valore. Tutti, senza distinzione di sesso, di orientamento sessuale, di etnia, di lingua, di credo religioso, di condizioni personali e sociali, di opinioni politiche devono avere la possibilità di perseguire il diritto alla gioia della vita. L’uguaglianza per noi non significa omologazione. Per noi l’uguaglianza esprime tutte le potenzialità di una emancipazione che si alimenta dentro i diritti. L’uguaglianza è riconoscimento e valorizzazione della diversità perché è solo attraverso queste funzioni che si favorisce la crescita del singolo individuo e con esso della società. Per questo, a nostro avviso, tutti coloro che calpestano il suolo italiano devono avere gli stessi diritti e doveri; tutti quelli che nascono sul suolo italiano devono avere diritto alla cittadinanza e alla realizzazione dei propri sogni perché solo così l’Italia potrà evolvere per agire fermamente contro ogni discriminazione di stampo razzista, sessista, omofobo, transfobico e xenofobo.

7. Responsabilità e solidarietà verso il vivente Vogliamo la libertà in quanto valore fondamentale che garantisce autorealizzazione, autodeterminazione e creatività. La libertà è una continua conquista che coinvolge il rispetto dell'individualità e l'integrità di ogni essere vivente. Essa appartiene alla sfera personale dell’individuo che deve poterla esercitare in salute e in malattia decidendo della propria esistenza secondo la propria volontà. Per noi la libertà va considerata sempre in relazione alla responsabilità etica verso la natura e alla solidarietà verso gli altri esseri viventi perché in una società giusta, la libertà di ognuno è sempre la condizione per la libertà di tutti. Noi ci impegniamo per una società totalmente libera dalle mafie ribadendo il nostro impegno civile contro ogni forma di illegalità. Anche per questo, è necessario introdurre strumenti giuridici internazionali e nazionali di contrasto ai crimini ambientali e alle ecomafie.  

8. Il lavoro: dignitoso, giusto e verde Vogliamo un lavoro e un salario dignitoso, per tutte e tutti. Siamo convinti che ogni persona abbia diritto a svolgere un lavoro liberamente scelto, o accettato, che sia dignitoso, sicuro per l’ambiente e rispettoso nei confronti di qualunque altro attore coinvolto; di fronte alle fragilità del territorio è centrale la manutenzione e conseguente creazione di nuovi lavori green; che il lavoro svolto debba essere equamente retribuito grazie all’introduzione di un salario minimo orario legale senza distinzioni geografiche o di natura contrattuale. Pensiamo che la rappresentanza sindacale vada estesa a tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici, di ogni settore e con qualsiasi tipologia di contratto; che l’orario di lavoro debba essere ridotto a sei ore giornaliere, a parità di reddito; pensiamo che vada incentivata una forma di reddito minimo garantito, per tutte e tutti, come strumento fondamentale per le politiche inclusive oltre che di mero sostentamento; crediamo che si debbano rafforzare la capacità degli enti ispettivi al fine di contrastare il lavoro nero e le truffe contributive ai danni dello Stato, proponendo nuove forme pubbliche di monitoraggio dello sfruttamento sul lavoro; vogliamo che a tutte e tutti sia riconosciuta una pensione dignitosa che tenga conto delle problematiche future di chi ha lavorato da precario; è fondamentale, inoltre, che il lavoro domestico non retribuito sia riconosciuto come servizio essenziale allo sviluppo della società. Siamo convinti che il lavoro nel tempo presente, ed in quello futuro, non possa essere concepito solo in funzione del profitto ma che di esso vada, infatti riconosciuto, anche il beneficio sociale. Per questo crediamo che, unitamente alle garanzie per i lavoratori dipendenti, vadano incentivate le garanzie per la libera professione e tutte le forme di lavoro autonome. È necessario dare adeguate risposte alla grave crisi occupazionale in Italia. Le gestioni fallimentari di interi settori di produzione e l'emergenza dovuta all'incuria umana di fronte alle fragilità dei territori e alla mancata manutenzione delle infrastrutture rende impellente creare nuove opportunità occupazionali che rispondano alle necessità della salvaguardia del Paese e sappiano sfruttare le tecnologie più innovative e sostenibili. È quindi fondamentale potenziare la formazione tesa a rispondere alle offerte lavorative green.

9. Internazionale e Pace Noi crediamo che, condividendo equamente le risorse del mondo, ogni popolo potrebbe vivere la propria vita dignitosamente. Per realizzare ciò, crediamo che siano necessari cambiamenti radicali nel modo in cui si organizza il potere nelle relazioni tra gli Stati e tra i popoli. Nessun problema internazionale si deve risolvere con la guerra o con illegittime ingerenze. Gli armamenti e la guerra sono per noi solo uno spreco dispendioso di risorse e vita. Per questo crediamo che bisogna respingere le componenti militari, incentivare i trattati internazionali di pace e disarmo, aumentare notevolmente il contributo alla cooperazione allo sviluppo e contribuire al benessere delle nazioni più povere a livello internazionale nonché combattere la produzione e la commercializzazione di armi. Crediamo che vada rafforzato il ruolo dell’ONU, che vada ridiscussa la funzione della NATO e che l’Europa debba diventare il luogo delle persone, della solidarietà, della sostenibilità e dell’inclusione, dell’innovazione tecnologica e della ricerca scientifica. Inoltre, crediamo che l’Europa debba lavorare per l'indipendenza e l'autodeterminazione dei popoli, con particolare riguardo alle popolazioni indigene, e assumere il ruolo di guida nelle relazioni internazionali sulle questioni legate all’emergenza climatica.   Ci impegniamo infine a sostenere le battaglie delle ragazze e dei ragazzi che da mesi invadono le strada per risvegliare l’opinione pubblica relativamente ai temi ambientali e sociali, all’immobilismo istituzionale relativo alle questioni della cittadinanza e, più in generale, al loro futuro.  

Questa argomento è stata modificata 2 anni fa 2 volte da Marco Giustini

   
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(@pieromuo)
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Se ci conviene come base generale condivisa possiamo partire da questa . Io sobo partente.


   
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(@giovanni-nuscis)
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In chiusura del 6° paragrafo avrei aggiunto un passaggio di questo tenore:

 
“Poiché tutte le persone hanno lo stesso valore, esse hanno anche uguale diritto a essere appresentate in Parlamento e nei Consigli regionali. Pertanto: 1. va rimosso l’ostacolo delle soglie di sbarramento -dentro un sistema elettorale proporzionale con doppio turno – affinché tutti gli elettori possano scegliere chi li rappresenta in base ai propri valori e progetti; 2. va chiesto ai soggetti politici che si candidano di esplicitare i loro obiettivi politici, in particolare, sui temi dell’eguaglianza, della cura e dell’accoglienza e dell’ecosostenibilità ambientale ed economica. Ciò faciliterebbe, nel secondo turno, l’aggregazione di soggetti simili, e dunque la composizione di una forza di governo o di opposizione coesa e stabile.”

Col pretesto della governabilità sono state private di una rappresentanza politica milioni di persone nell’arco di quasi trent’anni.   

 
Giovanni


   
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(@giovanni-nuscis)
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In chiusura del 6° paragrafo avrei aggiunto un passaggio di questo tenore:

 
“Poiché tutte le persone hanno lo stesso valore, esse hanno anche uguale diritto a essere appresentate in Parlamento e nei Consigli regionali. Pertanto: 1. va rimosso l’ostacolo delle soglie di sbarramento -dentro un sistema elettorale proporzionale con doppio turno – affinché tutti gli elettori possano scegliere chi li rappresenta in base ai propri valori e progetti; 2. va chiesto ai soggetti politici che si candidano di esplicitare i loro obiettivi politici, in particolare, sui temi dell’eguaglianza, della cura e dell’accoglienza e dell’ecosostenibilità ambientale ed economica. Ciò faciliterebbe, nel secondo turno, l’aggregazione di soggetti simili, e dunque la composizione di una forza di governo o di opposizione coesa e stabile.”

Col pretesto della governabilità sono state private di una rappresentanza politica milioni di persone nell’arco di quasi trent’anni.   

 
Giovanni


   
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(@pieromuo)
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. La giustizia ambientale, il clima e l’economia circolare
Di fronte alla enorme sfida dei cambiamenti climatici, crediamo non sia più rinviabile una riconversione ecologica profonda della società e dell'economia, senza tentennamenti. Tale riconversione deve essere basata sul concetto di circolarità. Si deve passare dall'economia lineare e iperproduttiva che sfrutta le persone, la Terra e le sue risorse, ad un modello di economia circolare pensato per potersi rigenerare tenendo conto che i flussi dei materiali biologici sono in grado di essere reintegrati nella biosfera, anche attraverso la valorizzazione degli scarti organici e del waste food e tenendo conto che i flussi dei materiali tecnici possono essere destinati ad essere rivalorizzati, senza entrare nella biosfera. Le risorse del pianeta non sono infinite e noi le stiamo esaurendo. Pertanto, la riconversione ecologica, basata sull'estensione della vita dei prodotti, sulla produzione di beni di lunga durata, sulle attività di ricondizionamento e sulla riduzione della produzione di rifiuti, è necessaria e improrogabile per il futuro del pianeta, in termini di adattamento e resilienza. Inoltre, dinanzi ai gravissimi problemi causati dai cambiamenti climatici riteniamo sia necessario attivare strategie puntuali in termini di riduzione della CO2, perseguire il passaggio dall’uso di fonti fossili a fonti alternative e rinnovabili, favorire e sostenere, attraverso la finanza sostenibile, il risparmio energetico, gli investimenti in mobilità dolce e sostenibile. Se intendiamo garantire un futuro alle nuove generazioni, dobbiamo assumere l’economia circolare e il concetto di giustizia ambientale a fondamento della riconversione ecologica prima che l’estrattivismo, il mito del progresso e dell’infinita crescita economica ci conducano verso l’estinzione, verso il collasso dell’ecosistema planetario con il conseguente e progressivo aumento della perdita di biodiversità animale e vegetale. Per un futuro di prosperità e benessere generalizzato, crediamo debba essere garantito il diritto collettivo all’accesso al patrimonio naturale comune. Tale patrimonio appartiene a chi è in vita e alle future generazioni, a chi ha la fortuna di nascere nei luoghi del benessere diffuso e a chi invece sopravvive nelle regioni più povere del pianeta. Se questo diritto non viene riconosciuto a tutta l’umanità si tratta solo di un privilegio per pochi, mentre noi crediamo che la giustizia ecologica possa essere realizzata solo in assenza di privilegi, in una società istituzionalmente e digitalmente democratica. Solo la democrazia trasforma i soggetti in cittadini e li educa a promuovere la dignità umana e il bene comune anche attraverso il ruolo centrale delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.

DISCUSSIONE : Le ultime tre righe di questo Capitolo 1 aprono alla discussione. Basta la democrazia a promuovere la dignitá umana ed il bene comune? Se ė cosí ,perché noi siamo convinti che nei paesi occidentali democratici ció non sia vero? Poi, sul ruolo centrale delle istituzioni scolastiche per conseguire e promuovere la dignitá umana ed il bene comune ,come mai dopo 10 anni di istruzione ( scuola dell'obbligo) i cittadini invece siano ancora cosí politicamente ignoranti,incapaci di scegliere programmi e rappresentanti politici di qualitá superiore?


   
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(@pieromuo)
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3. La democrazia ecologica
Ci impegniamo a costruire una rete popolare, inclusiva ed aperta. Noi vogliamo aprire porte e finestre per includere tutte e tutti. Costruiamo ponti e non confini. Vogliamo realizzare una società del dialogo e non rifuggiamo dalle responsabilità nell’agire politico perché riconosciamo le urgenze del presente e vogliamo garantire un futuro vivibile e giusto per l’umanità in armonia con la terra che ci ospita e gli ecosistemi. Le donne, i giovani e gli anziani, i fragili, i bambini prima di tutti, stanno pagando il prezzo di questo sviluppo dissennato. Noi lavoriamo per un futuro sostenibile che modifichi radicalmente i rapporti di forza esistenti nella società e nelle istituzioni. La politica in Italia è stata ed è maschilista, è fondata sul principio del dominio, sulla reiterazione della sopraffazione del più forte sul più debole, soprattutto si basa su un modello di potere che esclude il ruolo centrale della società civile e il suo primato. Questo modello – anche linguisticamente al maschile – ha fortemente incrinato il concetto stesso di democrazia civile e sociale. Noi crediamo invece che sia l’ecologia la nuova frontiera della democrazia. I diritti sociali e quelli del lavoro, i diritti civili e quelli politici sono il frutto delle conquiste di generazioni di persone che si sono battute per la democrazia. Noi ci impegniamo perché quei diritti vengano riaffermati e affinché a quei diritti si aggiungano i diritti ambientali, espressione della democrazia ecologica. Ci impegneremo nelle istituzioni e fuori da esse. Lo faremo in modo pacifico, riconoscendo il primato della Costituzione e la cultura della disobbedienza civile nonviolenta. Per questo, riteniamo che sia necessario offrire l'opportunità a tutte le persone che da anni si occupano di diritti e di ambiente di tradurre il pensiero in pratica politica e anche partitica. Il luogo della pratica politica deve essere intesa come la intende la Costituzione ovvero non come luogo di potere finalizzato ad accaparrarsi privilegi o come strumento di controllo della società, ma come la migliore espressione democratica della società".

DISCUSSIONE SUL CAPITOLO 3 LA DEMOCRAZIA ECOLOGICA : Serve precisare meglio cosa si intende per democrazia ecologica e come questa democrazia possa essere praticata. Quali sono le istanze della societá civile che agiranno in parallelo delle istanze politiche istituzionali,quali saranno i loro poteri decisionali ,in quale ambito potranno agire ( municipale,regionale...)


   
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(@simonetta-astigiano)
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Io però non ho capito quale sarebbe lo scopo. Fondare un nuovo partito? Un nuovo Movimento? Un forum?


   
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(@pieromuo)
Admin
Registrato: 3 anni fa
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Mi pare che sia la base di elaborazione di una nostra Carta di Intenti partendo da una base giá strutturata e condivisibile.Poi...


   
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