Facili costruzioni e impossibili distruzioni

Questo è il caso della vetreria di Vernante, ridente paesino delle montagne cuneesi, situato, ad una altitudine di 799 metri sul livello del mare.  Il paese è  attraversato dalla “via del sale”, la strada statale che, da Cuneo,  conduce verso la Riviera di Ponente e la Costa Azzurra,  tramite il tunnel di Tenda. Del tunnel parleremo in fondo al presente articolo.

Una nascita entusiasta…

La vetreria era stata costruita, nel primo Dopoguerra, per volontà di un gruppo di vetrai piemontesi  stimolati dalla grande domanda dovuta alla ricostruzione edilizia ed alla crescita della produzione di automobili. La scelta era caduta sul sito di Vernante per via della prossimità di una grande cava di silice, la materia prima che serve, con il quarzo, per fabbricare, il vetro. Con una superficie totale di 25 mila metri quadri, la fabbrica era situata in centro del paese,  stretta tra la ferrovia che va da Cuneo a Nizza e la ” via del sale”.

Erano stati creati duecento posti di lavoro che con l’indotto erano quasi raddoppiati. Una manna per il paesino montano  costituito  all’epoca da una popolazione di circa 2.200 abitanti. Il paese era molto piu’ popoloso  ad inizio del XX° secolo e nel 1901 erano stati censiti addirittura 4.519 abitanti. Poi le guerre e le penurie del dopo 1918 avevano spinto la maggioranza degli abitanti ad emigrare in Francia, distante di soli 26 chilometri e raggiungibile a piedi in una giornata.

La vetreria era stata regolarmente ingrandita ed i macchinari costantemente modernizzati ma l’esigenza di creare nuovi impianti di lavorazione del vetro all’orizzontale (all’epoca si lavorava in colata verticale) esigeva spazi e capannoni aggiuntivi.

..ma una vita breve

Essendo impossibile di  ingrandire ancora la vetreria, stretta tra la strada , la ferrovia ed il centro abitato, nel 1978 la fabbrica fu chiusa e una nuova fu costruita nelle pianure vicino a Cuneo.

 Comincio’ cosi’ il via vai quotidiano dei polverosi camions che trasportavano la silice da Vernante a Cuneo dove gli operai, oramai pendolarizzati, dovevavo andare a lavorare, quantomeno per coloro che non erano stati licenziati.

La vetreria in soli trent’anni era nata, cresciuta e deceduta. La produzione era partita altrove lasciando sul posto, in pieno paese un complesso enorme e lugubre, sovrastato dalle due altissime ciminiere degli altiforni.  L’insieme si è deteriorato  costantemente durante i quarantatre anni di incuria che hanno seguito la chiusura.

La conseguenza demografica per Vernante non ha tardato a seguire ed oggi il paese conta solo più 1.166 anime.

Durante i decenni che hanno seguito la chiusura della vetreria le varie amministrazioni comunali e le associazioni ambientaliste hanno richiesto ai successivi proprietari della struttura,pericolante ed infestata d’amianto,di procedere alla demolizione ed alla bonifica. Nessuno si è mai mosso e solo nel 2012 il Comune di Vernante ha finito di farsi carico  dell’asporto dei tetti in lastre di amianto. Senza copertura la degradazione si è ancora accelerata.

La proprietà dei luoghi ha cambiato varie volte di mano ma nessun progetto industriale o civile redditizio di destinazione è mai emerso in una località molto gradevole ma lontana dall’alta montagna e dalla città.

                                                             

 Quarantatrè anni dopo

Solo ora, 43 anni dopo la chiusura della fabbrica, qualche cosa si stà muovendo e la demolizione è cominciata perchè i pericoli di crollo sono oramai altissimi e le responsabilità penali impellenti in caso di incidente.

Una parte della superficie liberata sarà destinata, dal piano regolatore comunale, alla costruzione di 125 alloggi e 4000 metri cubi saranno  destinati ad uso commerciale.  Pero’ i proprietari non sembrano incentivati a realizzare l’investimento necessario perchè:” non vi è un mercato sufficiente”. 

I 13.000 metri quadri restanti saranno  trasformati in spazio pubblico sul quale nascerà un nuovo polo scolastico ed un laboratorio artigianale di alta formazione professionale per la produzione dei coltelli e del vetro. 

La vetreria di Vernante è un piccolo ma chiarificante esempio del funzionamento del capitale, entusiasta e seduttore in fase di costruzione ma indifferente e introvabile quando deve ripristinare i danni arrecati, ambientali e sociali,  dopo aver spostato in siti più redditizi le attività produttive. 

 A Vernante il progetto che pur comprometteva gravemente il paesaggio urbano e montano era stato applaudito nel Dopoguerra, perchè ivi regnava la fame ed il paese subiva un’emoraggia senza fine dei suoi abitanti residui. Ma la manna è durata solo trent’anni e poi la comunità, già martoriata dalla serrata della vetreria, stà subendo da 43 anni i danni estetici e salutari dell’ecomostro che domina tutto il paese. Cosi’ va il capitalismo, con buona pace dei suoi rapaci accoliti. Morale della storia ? Ora più che mai bisogna fermare prima che nascono i sicuri ecomostri futuri perchè è più facile di non farli partire che di ottenerne la distruzione, nel rispetto più bieco della sacrosanta proprietà privata che fonda la nostra società. www.laguida.it

                                                         

A proposito del Tunnel di Tenda

La strada che da Nizza andava a  Cuneo era chiamata la ” via del sale ” perchè era il percorso più breve che praticavano gli asini ed i muli che rifornivano dal medioevo il Piemonte e Torino di sale. Essi si inerpicavano fino sul colle di Tenda situato a 2000 metri sul livello del mare, d’estate come d’inverno nella neve abbondante. 

Già nel 1614 il duca Carlo Emanuele di Savoia per raggiungere il solo porto piemontese, quello di Nizza, aveva fatto iniziare lo scavo di un tunnel a 1400 metri di altezza per evitare i pericoli e le intemperie del Colle di Tenda, ma l’opera fu abbandonata.   Ci riprovo’ Napoleone nel 1802  a riprendere lo scavo dell’ incompiuta  galleria sabauda ma anche quella volta il progetto non ando’ a buon fine. E solo nel 1882 fu poi  inaugurato un tunnel di 3.182 metri, situato a quota 1300 metri, che all’epoca era la galleria più lunga mai costruita secondo gli storici.

Il tunnel,tutto costruito in blocchi di pietra locale, amatissimo dai torinesi e dai cuneesi,  ha permesso per 138 anni  di accedere al mare attraversando nella sua lungheza la magnifica valle del fiume Roya e, nonostante la sua esiguità e gli allagamenti ripetuti, ha sempre fatto il suo dovere, senza che fosse rifatto o allargato. Da alcuni anni si stà scavando una canna parallela che, dopo varie peripezie giudiziarie e climatiche dovrebbe far ripartire  il traffico nel 2024 dopo chè esso è stato azzerato brutalmente nella notte tra il 3 ed il 4 ottobre 2020 .

Il dramma

Nella notte tra il 3 ed il 4 ottobre  l’alluvione del secolo…

Il mattino del 4 ottobre Riviera 24 (www.riviera24.it) esce con il titolone “ Crolla il colle di Tenda, voragine inghiotte la strada all’uscita del tunnel francese”. Quella notte la potenza dell’acqua ha portato a valle mezza montagna, il piazzale del tunnel e i due ponti di accesso dal lato francese. Quasi cinquanta chilometri della statale della valle Roya sono spariti con i loro ponti. La ferrovia parallela ha avuto, pure lei danni gravissimi su tutto il percorso.

Anche dal lato italiano, nella valle Vermenagna, i danni sono stati ingenti anche se minori. Vernante è ancora più triste!

Fonti consultate :www.laguida.it, la Stampa.it del 13 gennaio 2022, Riviera24.it del 4 ottobre 2020

 

 

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