Emergenza democratica e autorappresentanza
Siamo tutti profondamente consapevoli di come la crisi della politica italiana stia trasformandosi in un pericolo mortale per la democrazia di questo paese. È in atto da tempo il tentativo di demolire la Costituzione nata dalla Resistenza e di togliere voce ai cittadini e alle cittadine sottraendo loro rappresentanza e strumenti di decisione democratica. Si pensi all’abolizione del Senato, alla legge elettorale in discussione in Parlamento, all’innalzamento abnorme della soglia dello sbarramento in molte regioni, all’azzerato della rappresentanza democratica nelle provincie, alla riduzione del numero dei consiglieri in molti enti locali, per non parlare di un Parlamento umiliato e ridotto a mero testimone di scelte governative sempre più imposte che conducono a disuguaglianze crescenti, privatizzazioni dei beni comuni e pubblici, smantellamento di sanità, welfare, scuola pubblica, servizi di trasporto, perdita di posti di lavoro, insicurezza lavorativa e sociale, danni ambientali, vessazione dei più deboli.
Non c’è più tempo per rieditare miopi progetti politici che hanno dimostrato la loro inconsistenza sulla scena politica italiana. Ci riferiamo ai tentativi di risicare spazio a sinistra del PD, spazio svuotato del senso che ha avuto nel secolo scorso. Senza inoltrarci in analisi socio-politiche, molte sono le testimonianze del fallimento di questa idea: dalla sinistra arcobaleno, passando attraverso Rivoluzione civile, per arrivare alla più recente esperienza di Altra Europa. Il “teorema” additivo della sinistra non solo è fallito storicamente, ma ha sgretolato, per l’ennesima volta, la rinascita della partecipazione del mondo prepolitico, dei movimenti e non partitico.
L’Appello “l’Europa a un bivio” che aveva portato o riportato alla politica persone, movimenti, associazioni, facendo rifiorire la partecipazione e la speranza di poter rappresentare politicamente lotte, bisogni, istanze, idee o buone pratiche, ha mutato abito e prospettiva politica. La vera novità politica di AE, che aveva candidato alcuni tra i protagonisti delle lotte sociali, ambientali e democratiche, per rappresentarle e accoglierne il portato di pratiche partecipative ed orizzontali, è stata minata dai veti incrociati delle dirigenze dei partitini della sinistra e, organizzandosi in forme verticistiche, ha dato vita all’ennesima coalizione politica sintetizzata nella formula di “Casa comune della sinistra e dei democratici ”. Ormai il centro sinistra ed il centro destra perseguono e proteggono gli stessi obbiettivi politici, mentre è improrogabile costruire l’alternativa a questa logica perversa.
È necessario dar vita a una nuova fase politica e sociale che coniughi la saggezza dell’esperienza politica maturata anche nei fallimenti, con il coraggio dell’innovazione e della sperimentazione.
Per aspirare ad arginare la deriva democratica e invertire la rotta si devono connettere le energie vive e creative del paese, le cittadine e i cittadini che provano un crescente senso di responsabilità sociale, i movimenti di lotta, le forze che si battono per la democrazia e la legalità, per i diritti fondamentali, che creano buone pratiche, nuove economie e forme di convivenza sociale, che mantengono viva cultura e arte, fondando questa ricerca di alleanza e mutuo aiuto su due principi fondamentali.
In primo luogo: una visione radicalmente alternativa dell’attuale modello basato sulla preminenza della finanza sulla società e lo stato, la quale non può che muovere e trovare le sue ragioni dalle emergenze planetarie che si abbattono con la violenza a livello locale, a partire dai mutamenti climatici, dalla distruzione delle risorse naturali ed ambientali, per arrivare alle emergenze umanitarie e democratiche. Crediamo sia necessario partire dalla conversione ecologica dell’economia per trasformare un’idea di vita, di sviluppo, di produzione, di convivenza sociale e creare, al contempo, nuovi posti di lavoro che possano dare un futuro all’intero ecosistema. Movimenti, comitati, associazioni, iniziative di cittadinanza attiva, nella maggioranza dei casi, sono al centro di conflitti ambientali e sociali. Da questi è necessario partire.
Il secondo aspetto fondamentale e fondante un’effettiva riappropriazione della politica da parte delle persone, attiene alle forme partecipative e alla trasformazione della rappresentanza: si tratta di avviare forme orizzontali e inclusive, rivedendo profondamente il principio della delega. Le persone, i gruppi, i movimenti, per aderire a qualunque percorso devono essere coinvolti attivamente, essere considerati portatori, non solo di bisogni e domande, ma anche di proposte e idee che si autorappresentino.
Il 29 marzo 2015 ci siamo ritrovati in tanti a Roma, in una assemblea che ha visto la partecipazione importante e costruttiva di comitati, movimenti, organizzazioni e situazioni di lotta e conflitti, vertenze territoriali, uniti dalla convinzione di dover dar vita a un percorso aggregativo orizzontale, finalmente e autenticamente “dal basso” per avviare un progetto alternativo al liberismo e alla devastazione sociale, dei diritti, dei beni comuni e dell’ambiente in atto nel nostro paese, possibile solo cancellando il dualismo rappresentato/rappresentante attraverso l’auto-rappresentanza e il mutuo sostegno delle componenti attive e creative della società, al di là di ogni appartenenza, aggregando chi si riconosce nei valori della sinistra, in valori ecologisti, di libertà, legalità, solidarietà e giustizia sociale.
Dall’incontro del 29 marzo sono scaturite due proposte principali e complementari:
– costituire l’associazione “Assemblea Permanente Prima le Persone” (APPP), dotandola di uno statuto di servizio, provvisorio e molto snello;
– avviare un’Assemblea Permanente che prenderà vita e forma a livello nazionale e locale per la costruzione di reti programmatiche e di azioni concrete, condivise e coordinate, in incontri ed attraverso gli strumenti informatici di un forum (https://www.primalepersone.eu) e una piattaforma web (Liquid Feedback), che adottano metodi di confronto e decisione orizzontale basati sul principio “una testa un voto”.
Invitiamo tutte e tutti:
… a partecipare e contribuire a questo processo che si richiama alla necessità di assumere collettivamente la responsabilità di un cambiamento reale e concreto unendo intelligenze, competenze e capacità di sognare per realizzare, assieme, un futuro nuovo;
… a iscriversi al Forum di discussione in https://www.primalepersone.eu e a Liquidfeedback (contenuto nel sito indicato) per partecipare all’Assemblea Permanente dove si discuterà di temi, si darà vita a iniziative e, soprattutto, si decideranno assieme le forme statutarie e organizzative definitive di cui dotarsi;
…a organizzare incontri territoriali per avviare le assemblee permanenti locali e iniziare a tessere una rete di comitati che possa dare sostanza partecipativa a progetti e a campagne sociali e politiche condivise.
Da soli sembra impossibile, tutti insieme si può!
Assemblea Permanente Prima le Persone
info@primalepersone.eu