Dove stiamo precipitando? Perché?
di Laura Cima
Mi ero ripromessa una pausa, delusa di come sta procedendo questa tornata elettorale, ma oggi l’indignazione preme talmente che non posso piú stare zitta. Avvengono fatti terribili, ad alcuni dei quali ci stiamo assuefacendo, come gli stupri di donne, ultimo quello di due giovani, di 19 e 21 anni consigliere comunale uno e militanti entrambi di Casapound, organizzazione neofascista che andrebbe sciolta e a cui invece é stato concesso di presentarsi anche alle europee senza raccogliere firme, in barba a leggi e regolamenti vigenti, nel silenzio complice di tutti. O come i femminicidi, che ogni volta mi lasciano sconvolta anche per le cronache giornalistiche e le sentenze complici, a volte in modo sfacciato, e per le conseguenze sui figli, davanti a cui gli assassini non si preoccupano di agire, mandando magari alla propria madre la raccomandazione di badargli, prima di uccidere la moglie mentre le due piccole dormono nella camera accanto e poi, suicidarsi. Pensate cosa significa trovare appena sveglie, a sei e tre anni, i cadaveri insanguinati dei tuoi genitori.
Escono rapporti preoccupanti, non solo quelli scientifici riguardo al pochissimo tempo che ci é rimasto per contrastare i cambiamenti climatici, una decina d’anni, che hanno mosso Greta e tanti ragazzi e ragazze di tutto il mondo a manifestare ogni venerdí perché governi e istituzioni inizino subito azioni di contrasto. Mauro Magatti ha pubblicato ieri un interessante contributo al riguardo sul Corriere dal titolo: “Solitudine e fatica di vivere: la nuova minaccia globale”. Riprendendo il report 2019 del Word Economic Forum e della Word Health Organization riporta dati allarmanti sull’aumento vertiginoso di casi di depressione, ansia, malessere, preoccupazioni e stress che spesso diventano dolori fisici e malattie, soprattutto mentali e legate all’inquinamento di acqua, aria e cibo. Ormai le persone sole sono piú della metá in molti paesi europei e raggiungono il 90% a Manhattan, il centro della mela. Si hanno sempre meno amici e cresce in modo impressionante il numero delle persone che dichiarano di non averne neppure uno, si é dimezzato il livello di empatia e sui social dominano i gruppi chiusi e intolleranti. Andiamo verso una societá di soli, arrabbiati e sempre piú cattivi e violenti.
Gli attentati in Sri Lanka, preannunciati e non tenuti in minima considerazione da governo e forze dell’ordine, sono la drammatica prova di due fatti che sperimentiamo anche nel nostro paese, finora stranamente risparmiato dal terrorismo: la banalitá del male e l’incapacitá di chi dirige i nostri Stati oggi, a prevenire e fronteggiare. Nel nostro paese l’ultimo drammatico fatto di violenza a Manduria, dove un branco di minorenni che ha torturato per anni, fino alla morte, un operaio solo e male invecchiato, con la complicitá di forze dell’ordine, dei politici e di tutte le istituzioni, cominciando da quella di base nelle nostre societá: la famiglia, che dovrebbe educare e non lasciare soli, per continuare con i vicini, che hanno finta di non sentire, vedere e sapere, muti, proprio come le tre scimmiette. I primi commenti di alcune madri di piú di una decina di indagati e arrestati, lasciano allibiti. Il silenzio della maggioranza ancora di piú.
Ho cercato di agire in questi anni, riportando anche in luce, insieme alla mie care amiche che hanno partecipato a quella esperienza straordinaria della fine degli anni ’80, raccontata nel libro: l’ecofemminismo in Italia, le radici di una rivoluzione necessaria. Ho trovato interesse ed ascolto, e persino un preoccupato avvicinamento di alcune forze politiche, uscite perdenti dalle scorse elezioni nazionale e da quelle piú recenti regionali e locali. Ho cercato dall’inizio, con i miei cari amici della mia associazione “Primalepersone” di lavorare ad una maggiore democratizzazione e partecipazione di tutte e tutti alla politica, ad un confronto serrato che porti alla massima unitá salvaguardando complessitá, storie ed esperienze, diversitá che sono la nostra ricchezza. Roberta, con il suo lavoro incessante a Riace, ci ha permesso di seguire dall’interno, quella vergognosa vicenda che ha portato Lucano ad essere perseguitato e allontanato dal suo paese.
Ho stretto legami interessanti con ecofemministe europee e italiane, ed insieme a care amiche di sempre e a tante donne che non conoscevo che si sono coinvolte, a promuovere l’associazione europea !F, con l’intenzione di verificare l’opportunitá di presentarci a queste elezioni europee come altri partiti, promossi da femministe, in rete con noi grazie anche alla forte iniziativa di quella splendida europarlamentare Rom che é Soraya Post. Legge vergognosa, che prevede la necessitá di 150mila firme e la soglia del 4%, (le nostre sorelle tedesche hanno raccolto 4mila firme e si presentano), regolamento altrettanto assurdo che moltiplica vincoli, situazione frantumata e difficile, ci hanno fatto scegliere di privilegiare l’interlocuzione con politiche, donne e forze, e rinunciare alla presentazione diretta. La delusione e il fallimento delle aspettative, si é aggravato quando abbiamo saputo all’ultimo giorno possibile x depositare i simboli, che Casapound, Forza Nuova e i Comunisti di Rizzo avevano ottenuto la possibilitá di presentarsi in deroga all’attuale regolamente, senza neppure fare lo sforzo di modificarlo.
I tavoli nelle segrete stanze, di capi e capetti, hanno prevalso, e prodotto topolini. I calcoli opportunistici pure, lasciando fuori le tante e i tanti che avrebbero volentieri contribuito a elaborare proposte articolate e credibili, lavorato a liste unite e forti, capace di contrastare il degrado. Il clima di diffidenza, insofferenza, chiusura nei propri recinti. Il femminismo e l’ecologia sono diventati vuote parole propagandistiche usate dai piú. Non a caso noi abbiamo gettato la spugna, ma anche Elly Schlein e Mimmo Lucano non hanno accettato le offerte di candidatura provenute da piú parti, in modo opportunistico e senza tenere conto della loro storia e delle loro aspirazione, come delle nostre.
Vi ho raccontato l’amarezza che mi ha fatto tacere fino ad oggi, e l’indignazione che mi fa parlare ora. La seconda domanda: perché la rivolgo a voi, sorelle, amici e compagni. perché con voi vorrei iniziare a sperare che un futuro sia possibile.