ALLEANZA POPOLARE PER LA DEMOCRAZIA E L’ UGUAGLIANZA
L’Assemblea permanente di “Prima le Persone” ha approvato il seguente testo quale Lettera aperta ad Anna Falcone e Tomaso Montanari e l’annessa Proposta organizzativa
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ALLEANZA POPOLARE PER LA DEMOCRAZIA E L’ UGUAGLIANZA
Democrazia e uguaglianza a cominciare da noi
Il 18 giugno al Teatro Brancaccio di Roma si è tenuto il primo atto dell’iniziativa politica lanciata da Anna Falcone e Tomaso Montanari. Il momento tanto atteso del “primo passo” si è concluso a nostro avviso con forti e incoraggianti segnali positivi e qualche perplessità.
Come non essere d’accordo con gli interventi di Anna e Tomaso, estremamente lucidi e chiari rispetto all’esigenza di netta discontinuità con l’epoca del “centrosinistra”, dei compromessi al ribasso, della corsa verso il centro che altro non era che un assecondare “da sinistra” le montanti spinte liberiste scaturenti da una globalizzazione senza regole né freni, della quale l’Unione europea si è fatta supina promotrice?
Le luci si sono accese anche con gli interventi dei numerosi esponenti dei movimenti, dell’associazionismo e della così detta società civile chiamati sul palco, che hanno avuto il merito non solo di evidenziare la quantità e la gravità dei problemi che assillano la nostra società ma soprattutto di mostrare la piena consapevolezza che solo da un’unione di tutti nello sforzo di una “riconquista democratica delle istituzioni” si potranno ottenere significativi risultati ed attuare quei radicali e improcrastinabili cambiamenti che la realtà ci impone. Le perplessità stanno invece nel dover constatare l’assegnazione, ancora una volta, di uno spazio di grande rilievo ai dirigenti di partito, evidentemente tenuti in particolare considerazione in quanto “rappresentanti” di una fetta di opinione pubblica e di elettorato. Questo, a molti degli interessati al progetto, e in particolare a quelli non affiliati a nessun partito, sembra non tener sufficientemente conto del fatto che i residui partiti della sinistra – e alcuni di essi in particolare – hanno avuto un ruolo fondamentale nell’involuzione della sinistra stessa e del fallimento dei tentativi finora intrapresi di riunirla. Inoltre, non va dimenticato che la forma partito attualmente in corso ha dimostrato di non sapersi rinnovare, e che nuove forme di aggregazione politica, basate su altri metodi, sono necessarie. Siamo d’accordo nel non escludere nessuno dal processo che ora si apre, ma nel senso di aprirsi alle persone, con tessera o meno, mentre occorre evitare di fare, ancora una volta, una sommatoria di forze politiche e di associazioni valutandole secondo il presunto potenziale elettorale.
Come ha ricordato Livio Pepino, tra gli errori da non ripetere c’è quello di pensare in termini di alleanze e di far conto sugli apparati di partito per i compiti più pesanti.
Proprio un rappresentante di partito, Maurizio Acerbo, ha detto in proposito una cosa assai giusta al Teatro Brancaccio: «Non possiamo rischiare di perdere un solo centro sociale o comitato per l’acqua o contro le grandi opere per un accordo di vertice». E’ già successo con il tentativo dell’Altra Europa, non dimentichiamolo.
Siamo convinti che non si potevano accettare interruzioni di prepotenza agli interventi programmati, ma un ripensamento dei criteri che hanno indotto alla scelta di far parlare Gotor – tuttora apertamente schierato per il centro sinistra – è auspicabile. Pensare che la contestazione fosse animata unicamente da uno spirito non costruttivo sarebbe un errore.
Veniamo ora a quanto avremmo voluto dire dal palco del Brancaccio, e che ora ci sembra ancora attuale anzi urgente.
Qualsiasi proposta e progetto, per quanto necessari nei loro contenuti, come senz’altro lo è questo, sono a nostro parere destinati ad incespicare ai primi passi se non si affronta in modo prioritario la questione della forma organizzativa. Per essere chiari, la questione della democrazia interna rappresenta l’elemento discriminante dal quale dipende il successo o il fallimento di qualsiasi progetto.
Tommaso Montanari insieme ad Anna Falcone hanno scritto su Huffington Post in previsione della riunione del 18 giugno: Vogliamo costruire una vera “azione popolare”. Ma ci riusciremo solo se la partecipazione senza tessere sarà così ampia da superare di molte volte quella degli iscritti ai partiti.
Certo, ma non basterà: bisognerà anche che tutte le persone – con tessera e senza – possano concretamente essere chiamate a proporre e a decidere sulle basi di una vera democrazia interna, che il processo non sia preso in mano da una dirigenza dall’alto.
Il richiamo che come associazione Prima le persone facciamo da tempo alla necessità di utilizzo di adeguati strumenti informatici, con al centro le piattaforme decisionali, non deriva da una smania tecnologica ma dalla consapevolezza che ciò è indispensabile se davvero si vogliono evitare le reiterate, nefaste dinamiche del passato e dare il via ad un progetto effettivamente democratico, che possa essere sentito come tale da tutti i partecipanti.
Non ci si potrà arrivare in un giorno, ma proprio per questo il problema delle forme decisionali dev’essere affrontato da subito, con chiarezza, scegliendo con convinzione quelle che permettono a ogni persona di contare effettivamente e di contribuire non solo all’azione ma anche alle scelte.
Le fondamentali questioni del metodo non sono secondarie rispetto all’individuazione dei programmi politici, anzi devono essere poste in modo prioritario, con la dovuta forza e rilevanza, in quanto propedeutiche ad affrontare in modo condiviso la delineazione dei contenuti, dei programmi e delle priorità. Se questa consapevolezza mancherà in chi vorrà dar gambe al progetto, esso si tradurrà nell’ennesimo fallimento. Stiamo per affrontare una stagione di assemblee. Molti ricordano con preoccupazione il rischio di caotiche e non regolamentate assemblee in presenza, facilmente dominate dalla presidenza di turno e da dinamiche personalistiche, e l’esperienza insegna che a nulla serve, in questi casi, la buona volontà – da parte di qualcuno – di seguire un non meglio precisato “metodo del consenso”, che ognuno tira dalla propria parte. E’ nostra convinzione che per avviare concretamente la costituzione dal basso a cui aspiriamo la dimensione organizzativa sia decisiva, e debba fondarsi su di un metodo decisionale basato sull’inclusione e la partecipazione diretta e individuale. L’elemento nuovo, su cui PrimalePersone insiste fin dalla sua nascita, è la costruzione di una forma organizzativa orizzontale, paritetica, ove le persone possano incontrarsi, confrontarsi, interagire e, infine, decidere insieme. Vorremo trasformare l’asfittico principio “una testa, un voto” in quello decisamente più soddisfacente di “una persona, un’idea, un voto”. Crediamo che per questo serva costituire una sorta di “Assemblea permanente” entro la quale ogni partecipante possa avanzare proposte (a differenza della ridicola democrazia virtuale del M5S, dove le proposte calano solo dall’alto) e tutti insieme si possa, se riscuotono interesse, discuterle, emendarle e decidere su di esse. Va detto subito che quanto proponiamo non ha niente a che vedere con la cosiddetta “democrazia del clic” tipico del sistema usato dal M5S. Da noi l’uso delle consultazioni telematiche gode in generale di cattiva fama, in quanto si confonde l’uso di questi strumenti con l’uso che ne fa il M5S. Il sistema di consultazioni del M5S prevede una o più votazioni conclusive su argomenti scelti da un gruppo non meglio identificato di “esperti” che gli utenti certificati possono validare con un click scegliendo tra sì o no, senza avere la possibilità di commentare, emendare, modificare, migliorare quanto gli viene sottoposto già formulato. Anche in tema di proposte di legge, le sole che gli utenti M5S possono presentare dal basso, esiste una serie di limitazioni secondo regole poco chiare, che finiscono per neutralizzare le potenzialità del sistema. Ma soprattutto la piattaforma informatica non viene usata dal Movimento 5 stelle per scegliere con trasparenza i propri organi di autogoverno e delimitarne poteri e attribuzioni, a fini di democrazia interna. Diverso è l’uso che degli strumenti informatici viene fatto altrove da esperienze politiche importanti e innovative come Podemos: esperienze che non possono essere trasposte di sana pianta in Italia dove esistono condizioni assai differenti, ma che possono fornire ottimi spunti di reale partecipazione.
Le piattaforme informatiche ovviamente non sono tutto, ma sono uno strumento obbligato se si vuole avere qualche possibilità concreta di tradurre in realtà quella “democrazia effettiva” che tanto desideriamo.
Anche se abbiamo elaborato delle proposte organizzative concrete, che qui alleghiamo in un documento a parte e che ci piacerebbe discutere con tutti gli aderenti al progetto, noi non pretendiamo di avere delle ricette già pronte da somministrare ma riteniamo che oggi serve il coraggio di lasciare le vecchie forme per sperimentarne di nuove.
Se questa volta capiremo la necessità di definire preliminarmente, tutti insieme, le regole del gioco a cui vogliamo partecipare, potrebbe essere la volta buona che riusciremo a giocare una partita vincente.
Per questo chiediamo che venga subito promossa su scala nazionale la formazione di un gruppo di lavoro dedicato all’informatica, aperto a titolo volontario ad attivisti esperti in questo campo.
Prima le Persone per l’Assemblea Permanente
Allegato
PROPOSTA ORGANIZZATIVA PER L’ALLEANZA POPOLARE PER LA DEMOCRAZIA E L’UGUAGLIANZA
PREMESSA
Noi riteniamo che la strutturale carenza di democrazia interna sia stata una delle cause principali del fallimento di tanti tentativi di aggregazione, che si sono succeduti negli ultimi anni, tra persone, partiti, movimenti e associazioni che in questo Paese lottano per la democrazia e l’eguaglianza.
Le decisioni spesso venivano assunte da gruppi di promotori e di personalità cooptate, ma finivano per essere poi regolarmente contestate, come illegittime, da una parte rilevante degli aderenti.
Tutto ciò avveniva per la mancanza di un qualunque statuto o regolamento organizzativo interno elaborato collettivamente e condiviso.
È sperabile che almeno oggi, non essendo costretti ad operare in condizioni di estrema urgenza, si possa attribuire la necessaria priorità alla questione del metodo e agli strumenti di democrazia interna, per l’autogoverno e per l’elaborazione di contenuti politici condivisi.
La presente proposta organizzativa vuole contribuire a delineare la struttura e i rapporti interni all’Alleanza popolare per la Democrazia e l’Uguaglianza al fine di garantire la trasparenza, la democraticità e l’efficacia della sua azione politica.
In quanto proposta essa è solo una base di discussione ed è aperta ad ogni suggerimento e richiesta di modifica in grado di migliorarla e affinarla.
La struttura dovrebbe essere orizzontale, non gerarchica, anche se possono essere riconosciuti in alcune definite circostanze ruoli di rappresentanza e di responsabilità.
Come meglio specificato di seguito, questo modello organizzativo prevede che la sovranità sia collocata alla base, cioè affidata all’insieme dei singoli aderenti al progetto.
Le decisioni afferenti a un determinato ambito locale o nazionale vengono assunte dall’insieme degli aderenti operanti in quel dato ambito. Esse prevedono una fase di discussione, sia in presenza (assemblee fisiche) che per via telematica, e una fase di decisione, a voto individuale da parte di tutti gli aderenti, per via telematica.
È necessario a nostro avviso attuare un radicale cambiamento rispetto alle modalità attuate nel passato, alle decisioni prese (quando si riuscivano a prendere!) in assemblee alle quali poteva partecipare solo una parte limitata dei sostenitori e degli attivisti, o in gruppi ristretti di coordinamento, spesso non eletti. Lo scopo del cambiamento consiste nel facilitare la partecipazione alle decisioni a tutti gli aderenti. Questa modalità ha anche il vantaggio di eliminare la “compressione” della volontà dei singoli (cancellazione delle minoranze) che in un sistema ad albero, fondato sulla delega, si viene a determinare ad ogni passaggio da un ambito più decentrato ad uno più vasto.
L’ASSOCIAZIONE
In prospettiva, per definire una identità di base del progetto e censirne gli aderenti, sarà necessario costituire un’associazione di servizio a livello nazionale, con uno statuto essenziale che recepisca i principi della proposta stessa.
In una prima fase iniziale, anche in assenza di un associazione costituita, si raccolgono le adesioni dei singoli all’appello e si procede a organizzarsi per ambiti territoriali secondo i criteri di seguito precisati.
LA SOVRANITÀ
Nell’attuare anche nel nostro interno il principio costituzionale di sovranità popolare, riteniamo che essa debba essere esercitata pariteticamente dalle singole persone, cioè da tutti gli aderenti al progetto, senza alcuna discriminazione. L’adesione al progetto è aperta e individuale ed avviene aderendo all’appello tramite l’apposita scheda.
AMBITI DELLA STRUTTURA
All’interno dell’Alleanza popolare per la democrazia e l’eguaglianza si ipotizzano i seguenti ambiti organizzativi: ambito territoriale, ambiti provinciale e metropolitano, ambito regionale, ambito nazionale.
Va precisato che, a differenza della classica struttura piramidale tipica dei partiti, questa struttura non è gerarchica e garantisce la massima autonomia tra i vari ambiti, che non sono sovraordinati l’uno all’altro.
Tutti gli aderenti in ambito locale lo sono automaticamente sia in ambito nazionale, sia della loro regione, e della provincia o area metropolitana in cui si trovano, e concorrono quindi sia alle decisioni locali che alle decisioni di ambito più allargato.
Di conseguenza il singolo aderente potrà concorrere a formare la volontà generale in ambito nazionale, e inoltre nell’ambito del territorio e della regione in cui vive e opera.
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GLI STRUMENTI INFORMATICI
Ciascuno di questi ambiti si dota degli strumenti informatici essenziali al proprio funzionamento:
1) una mailing-list per lo scambio di informazioni e per le comunicazioni essenziali nonché per le notifiche relative all’apertura di nuove discussioni sul forum (vedi punto 2) e delle fasi di voto sulla piattaforma decisionale (vedi punto 3); tali notifiche potranno essere inviate anche via smartphone; per garantire l’efficienza della comunicazione, il traffico in mailing-list deve essere ridotto all’essenziale;
2) un forum di discussione ove possa liberamente svilupparsi il confronto e svolgersi il dibattito anche a livello di serrato contraddittorio;
3) una piattaforma decisionale attraverso la quale assumere le decisioni in modo collettivo, trasparente ed orizzontale. Ne esistono diverse, ognuna con caratteristiche proprie in base all’algoritmo di elaborazio,ne del voto. Tendenzialmente esse “premiano” le mozioni meno invise, piuttosto che le semplicemente più votate.
Non tutte le piattaforme decisionali consentono di verificare in modo trasparente il proprio voto, cosa indispensabile per impedire la manipolazione dei risultati: è quindi necessaria una scelta oculata dell’applicativo.
Noi proponiamo Liquidfeedback perché è quella che utilizziamo con soddisfazione da alcuni anni e siamo in grado di mettere a disposizione dell’Associazione il know-how acquisito.
I tre strumenti suddetti possono essere implementati in un’unica piattaforma informatica che potremmo definire come un “social network politico” il quale consente, con un unico account di iscrizione, di accedere a tutti e tre gli strumenti.
Gli aderenti all’associazione hanno diritto di voto per tutti i livelli o ambiti. Essi, per esercitarlo, si iscrivono agli strumenti informatici dei livelli ai quali ritengono di poter dare il proprio specifico contributo.
Per ovvie ragioni di certa e univoca identificazione dei votanti, l’iscrizione deve essere certificata dall’invio di un documento d’identità.
L’adozione di questi strumenti è indispensabile in ambito nazionale e deve avvenire il più rapidamente possibile.
Per questo va prevista da subito la formazione di un tavolo di lavoro ad hoc, composto da volontari dotati delle indispensabili competenze tecniche.
Questo gruppo di lavoro fornisce ogni possibile supporto tecnico e pratico ai gruppi territoriali che ne facciano richiesta. Vi sono inoltre da considerare le “economie” derivanti dalla possibilità di usare server e supporti comuni per le piattaforme dei vari livelli, con conseguente agevolazione per i livelli più periferici.
I piccoli gruppi locali di dimensioni modeste possono, in una prima fase transitoria, autogovernarsi anche con strumenti non informatici o solo parzialmente informatici, rispettando sempre il principio: una persona, un voto.
COME SI ASSUMONO LE DECISIONI
Tutti gli iscritti ad un determinato ambito hanno la possibilità di presentare proposte e mozioni aprendo una nuova discussione sul forum. Dopo un adeguato periodo di confronto, variabile in funzione della natura della decisione da prendere (l’adesione ad un appello richiederà un tempo di confronto minore che una proposta di modifica statutaria), qualora il suo proponente lo ritenga opportuno, la proposta viene pubblicata sulla piattaforma decisionale. Solo se la proposta ottiene il sostegno (cioè l’interesse) di un certo quorum di aventi diritto sulla piattaforma, essa passa alla fase di voto vera e propria. Durante la fase di pubblicazione, chiunque può presentare proposte alternative o richieste di emendamenti che possono essere accettati o meno e quindi influire sulla decisione finale.
La durata del confronto sul forum, quella delle fasi di pubblicazione e voto su piattaforma decisionale e le percentuali dei quorum per l’ammissione al voto sono regolate da specifiche policy che devono essere preventivamente e opportunamente definite in base a considerazioni di natura politica.
ORGANI ESECUTIVI
Considerato che per il funzionamento di una qualunque organizzazione non è sufficiente prendere decisioni ma occorre curarne l’attuazione, tenere i contatti con l’esterno ed espletare una serie di attività connesse, i vari ambiti si dotano degli organi esecutivi e di coordinamento di cui riterranno di avvalersi, di durata temporanea e prefissata.
Si entra a far parte di questi organi sulla base di candidatura volontaria, tramite elezione da parte nell’Assemblea permanente del relativo ambito. Di conseguenza, i componenti degli organi nazionali saranno eletti da tutti i componenti dell’associazione nazionale, quelli locali e intermedi solo dai componenti degli specifici ambiti.
Sono previsti appositi metodi di elezione per garantire la parità di genere ed eventualmente il rispetto di altri criteri meritevoli di tutela.
Le varie Assemblee permanenti stabiliranno, oltre alla durata di questi organi, anche la rotazione degli incarichi e l’impossibilità di ricoprirli continuativamente oltre un tempo prefissato.
ULTERIORI STRUMENTI PER LA PARTECIPAZIONE
Oltre agli strumenti informatici elencati più sopra, si evidenzia l’utilità di adottarne di ulteriori per facilitare e quindi allargare ancor più la partecipazione.
Uno di questi è l’uso della diretta streaming nelle assemblee in presenza in modo da consentire a chiunque sia interessato al loro svolgimento ma non possa prendervi parte, di seguirne i lavori da ovunque si trovi. È sufficiente un telefonino di nuova generazione connesso ad internet per seguire la diretta dell’evento e persino prendervi parte chiedendo, qualora sia previsto, di intervenire da remoto.
Altro utilissimo strumento di interazione a distanza è rappresentato dalle teleconferenze (esistono molte piattaforme sviluppate a questo scopo, anche gratuite) che consentono ad un notevole numero di persone, ciascuna dove si trova, di collegarsi in un’assemblea a distanza nella quale poter svolgere il confronto in modo simile a quello di un incontro in presenza.
RELAZIONI TRA GLI AMBITI E ORGANI SPECIFICI
Come si diceva, i vari ambiti sono tra loro indipendenti ed autonomi per cui possono decidere di intraprendere le attività, le azioni, le iniziative che ritengono più opportune, nel rispetto dell’Appello iniziale e successivamente dello Statuto dell’associazione e delle politiche e dei programmi decisi da tutte e tutti gli aderenti in ambito nazionale.
Nel contesto dell’ambito nazionale, sotto la diretta sovranità dell’Assemblea permanente nazionale, è promossa la costituzione di un Comitato Scientifico, nel quale siano chiamati ad operare costituzionalisti e giuristi, economisti, sociologi ed altre personalità culturalmente rilevanti che possano presentare proposte direttamente all’Assemblea Permanente Nazionale per la loro eventuale approvazione. Le stesse proposte possono essere fatte proprie dalle Assemblee permanenti dei vari ambiti.
Può essere valutata, anche in tempi successivi, l’eventuale costituzione di altri organi a cui attribuire funzioni specifiche.
RISPOSTE DEGLI AUTORI agli emendamenti
L’anonimizzazione è riferita a LQFB che permette di modificare il proprio nikname a volontà anonimizzando il voto, traccia della modifica, in caso di contestazioni, è sempre reperibile sul db del server. Attualmente, per PlP, lo storico di ciascun associato è in chiaro per una scelta di trasparenza, è sufficiente cliccare sul nikname per verificare.