di Guido Viale
da Il manifesto
Il programma T4 doveva provvedere alla soppressione dei disabili. Con esso i nazisti sperimentarono le camere a gas, che poi avrebbero utilizzato in modo industriale per sterminare il popolo ebraico e gli zingari. L’eliminazione dei disabili, gestita da personale medico professionista, veniva condotta al riparo dallo sguardo del pubblico, soprattutto da quello dei loro parenti. Ma il programma, viceversa, era propagandato e giustificato: con proclami, manifesti, discorsi, trasmissioni, articoli sui giornali: ogni disabile era una bocca in più da sfamare a spese del resto della popolazione, ostacolandone il cammino verso la meta comune. Si calcolava persino quanto pesasse sui conti nazionali ciascuna di quelle bocche. Così, sotto il nazismo, il popolo tedesco si assuefaceva, un po’ per volta, all’idea che le persone “inutili”, che erano “un peso” per lo Stato, o dannose per il radioso futuro della sua razza e della sua cultura, dovessero essere eliminate. E che fosse giusto farlo. Senza accorgersene? No. Certo né le soppressioni “cliniche” dei disabili, né le fucilazioni di massa degli ebrei, né l’attività industriale dei campi di sterminio si svolgevano sotto i suoi occhi. Ma tra questo e sostenere che non ne sapesse niente, e che non trovasse tutto ciò necessario, se non “normale”, ci passa.