
di Nicoletta Dosio
Saliamo verso Chiomonte in un paesaggio che sa di presepio e d’infanzia. Cade la neve a ricoprire le ferite di questa terra martoriata e tutto è silenzio, incanto di luoghi incontaminati, dove anche i ruderi, i cumuli di detriti, sembrano costruzioni fantastiche, segreti di natura. Ma oltre il ponte, a sbarrare l’accesso ai cancelli della Centrale, ci sono, più anacronistici che mai, gli uomini in arme di sempre. All’improvviso, evidentemente in omaggio al “ministro col manganello”, partono contro di noi quelle che i mass media definiranno con singolare metafora “cariche di alleggerimento”: colpi di scudo e manganellate, calcioni a tradimento.